“Condividiamo l’impianto generale del disegno di legge perché riconosce il diritto all’autodeterminazione della persona, promuove i valori dell’umanizzazione delle cure e della dignità della vita e del fine vita”, questo il commento di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva audita oggi in Commissione Igiene e Sanità del Senato sul DDL su “consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento”..
Positivi i passaggi relativi al tempo della comunicazione tra equipe e la persona come tempo di cura, al principio dell’astensione del medico da ogni “ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure”, al riconoscimento della nutrizione ed idratazione artificiale come trattamenti sanitari.
Nella nota presentata oggi dall’associazione, sono altresì messi in rilievo le osservazioni e proposte di miglioramento del disegno di legge. A cominciare dalla necessità di “garantire adeguate modalità di gestione informatica dei dati fra Comuni e Servizio Sanitario Nazionale che permettano accesso tempestivo e su tutto il territorio alle “disposizioni anticipate di trattamento” (DAT)”; la richiesta di avviare una campagna di informazione per i cittadini sui contenuti e le nuove opportunità sancite dal DDL ed infine valorizzare di più il ruolo di tutti i professionisti coinvolti nella equipe di cura”.
Inoltre, sottolinea Aceti, “per scongiurare il rischio che le persone rinuncino ai trattamenti sanitari a causa della carenza o inefficienza dei servizi socio-sanitari, è necessario che il disegno di legge: richiami e ribadisca il principio della garanzia effettiva ed uniforme dei livelli essenziali di assistenza; preveda un Regolamento per definire gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi ai servizi sanitari territoriali, che oggi sono ancora carenti e a macchia di leopardo; richiami la necessità di un impegno da parte di Regioni e governo centrale per l’applicazione piena ed uniforme della legge 38/2010 sul dolore.
Ancora, il disegno di legge sul testamento biologico sia l’occasione per rilanciare il consenso informato, perché questo diventi un vero strumento di scelta consapevole del paziente e non una pratica burocratica o mera liberatoria per la responsabilità professionale dei sanitari. Come? Definendo standard di qualità del consenso informato su tutto il territorio nazionale, prevedendo le statistiche della struttura sanitaria su performance, esiti e sinistri e garantendo che l’informazione al paziente sia dinamica ossia fornita e registrata durante tutto il percorso di cura”.
Allo stesso tempo per garantire piena effettività ai diritti sanciti dal ddl “chiediamo che il Governo rimetta nella Manovrina i 50mln di euro aggiuntivi per il Fondo della non autosufficienza riportandolo ai 500mln€ previsti e ristanzi i 210mln previsti per le politiche sociali”.
La Nota integrale presentata oggi in Audizione.