Menu

Comunicati

Comunicato stampa Roma, 7 gennaio 2007

Cittadinanzattiva su sicurezza ospedali: problema non solo relativo alle strutture, ma anche al personale. Necessario premiare i virtuosi e sanzionare i comportamenti scorretti.

 

“E’ paradossale dover parlare di sicurezza negli Ospedali partendo proprio dall’Umberto I di Roma: è proprio lì che è nata nel1998 la nostra campagna Ospedale Sicuro, sull’onda dello scandalo delle infezioni in oculistica”. Queste le dichiarazioni di Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. “Dopo 9 anni sembra di essere ancora al punto di partenza”, ha continuato la Moccia. “Se molti passi in avanti sono stati fatti per quanto riguarda la sicurezza strutturale, grazie anche alla 626 del 94, anche al Policlinico Umberto I, resta ancora troppo da fare sul fronte della formazione del personale e dei controlli per censurare comportamenti scorretti. E’ giunta l’ora di premiare chi adotta comportamenti virtuosi, e sanzionare chi non opera per garantire la sicurezza”, ha aggiunto.

Come sottolineato già nel “Rapporto Ospedale sicuro” di Cittadinanzattiva del 2004, e che registrava un dato tendenzialmente stabile nei tre anni precedenti, il personale è la componente più critica: gli operatori, infatti, conoscevano poco la mappa dei rischi (il valore registrato è 32 su un 100 ottimale), il piano di emergenza per gli impianti dei gas medicinali (22/100), il manuale informativo sui rischi (46/100), le procedure antincendio (55/100). Basso anche il livello di conoscenza dei simboli e dei marchi delle apparecchiature (55/100), della segnaletica (71/100) e, soprattutto, dei dispositivi medici (26/100). Ciò non comporta automaticamente l’adozione di comportamenti pericolosi, ma indica una situazione fuori controllo. La predisposizione di regole e procedure per la gestione degli incidenti, infatti, mancava o era molto insufficiente in circa metà degli ospedali, mentre solo il 54% del personale dichiarava di avere ricevuto una qualche istruzione per segnalare eventuali incidenti.

“Non è unicamente un problema di fondi, ma di responsabilità, di cultura, di comportamenti, troppo spesso sbagliati. Come il continuare ad andare a fare la spesa fuori dall’Ospedale con ancora indosso camice e zoccoli sanitari, rientrare nelle strutture e riprendere il proprio lavoro come nulla fosse”.

Nel campione di 19 strutture preso in analisi nel 2004 Nonostante il miglioramento generale, erano presenti ancora varie aree critiche. Si registravano, per esempio, barriere architettoniche all’ingresso principale di 4 ospedali. Era inoltre stata rilevata con frequenza la presenza di barelle o letti aggiunti nei reparti e la presenza di malati in piedi in attesa in 7 ospedali. “Bisogna andare oltre la messa a norma”,haa sua vo9lta aggiunto Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva,“imparare a governare le emergenze, a dichiarare i rischi nei luoghi in cui sono presenti. Nonostante il miglioramento generale che abbiamo registrato già a partire dal 2004, restano ancora frequenti episodi di rifiuti e biancheria sporca abbandonati, imbrattamenti non rimossi e via di fuga ostacolate. E’ inaccettabile che esistano ancora situazioni che sembrano fuori controllo e che evidenziano i limiti degli attuali sistemi di vigilanza”.

Redazione Online

Iscriviti alla newsletter

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido


Valore non valido

Valore non valido