Qualità dei servizi offerti dal SSN: un sistema in movimento, frammentato, poco accessibile e poco comprensibile. Presentato a Roma il Rapporto Audit civico 2005 di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.
Un sistema sanitario in movimento, e che risulta per i cittadini, nonostante i miglioramenti registrati, frammentato, poco accessibile e poco comprensibile. A sostenerlo è il Rapporto Audit civico 2005, presentato oggi alla presenza del Ministro della Salute Livia Turco, dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, realizzato su 25 Aziende sanitarie cui 19 locali e 6 ospedaliere. Le strutture sanitarie complessivamente messe sotto osservazione sono 134, di cui 34 ospedali, 29 sedi di distretto, 26 poliambulatori e 45 fra Sert e centri di salute mentale. Il progetto Audit civico è realizzato con il sostegno di AstraZeneca.
Un sistema frammentato.
Oltre all’evidente differenza tra i sistemi sanitari regionali, sono diversi gli indicatori che motivano questa sensazione di frammentarietà: si passa, per esempio, da un giudizio “ottimo” per il supporto ai degenti e alle famiglie nel caso dell’assistenza ospedaliera, allo “scadente” se si analizza lo stesso aspetto nei distretti sanitari. Così come nella gestione del dolore, il giudizio è “buono” se si guarda il livello aziendale, mentre resta “scadente” nell’assistenza ospedaliera. O, addirittura, ospedali in cui sistematicamente il dolore viene valutato e curato (40%) a ospedali in cui non esiste alcuna attività organizzata per il controllo del dolore stesso (25%). E’ quindi evidente come, anche all’interno di uno stesso territorio, si possano ottenere servizi di qualità diametralmente opposta.
Un sistema poco comprensibile.
Quando si passa invece all’analisi degli effetti pratici, la situazione sembra capovolgersi. Infatti, solo in ¼ delle aziende si trovano documenti rivolti al pubblico o avvisi relativi alla libera scelta del luogo di cura; ancora più ridotta la presenza di documenti o avvisi sulle modalità per comunicare commenti, suggerimenti e reclami. Un altro elemento di analisi è rappresentato dalla persone che quotidianamente si rivolgono al Tribunale per i diritti del malato per ottenere informazioni: ¼ del totale. Pessima la comunicazione tra i medici di medicina generale e quelli specialistici. Solo nel 40% delle realtà esiste un servizio di consulenza telefonica ai familiari dei malati oncologici in assistenza domiciliare. La mancanza di informazioni accessibili e corrette provoca per le famiglie l’accresciuto ricorso alla spesa privata, come sottolineato dalla tabella di seguito riportata.
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Rapporto Audit Civico 2005 (717.48 KB).