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Comunicati

Cittadinanzattiva su sentenza Tar per fecondazione assistita: situazione di incertezza che non tutela la salute dei cittadini. Emanare con urgenza le nuove linee guida insieme alle associazioni di tutela dei cittadini.

Roma, 25 gennaio 2008

“Accogliamo con soddisfazione la sentenza del Tar del Lazio sulla legge 40 perché riconosce l’abuso di potere delle Linee guida elaborate dal Ministero Sirchia per l’applicazione della legge ed evidenzia, una volta di più, la necessità di rivedere con urgenza le stesse”. Questa la posizione di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato in merito alla recente sentenza del Tar del Lazio sulla legge per la fecondazione assistita.

“Positivo è anche il rinvio alla Corte costituzionale per la valutazione di alcuni articoli della legge 40, in particolare l’art. 14, che sembrano in contrasto con la Costituzione. Ci chiediamo però chi prenderà in mano questa situazione in un momento di crisi politica e soprattutto chiediamo che, nella revisione delle linee guida, siano coinvolti le associazioni di tutela del diritto alla salute attraverso l’avvio di uno specifico tavolo di lavoro.

In questo momento perdura la situazione di disparità fra cittadini, fra chi ha i soldi e chi non ce li ha, tra cittadini sani e cittadini affetti da patologie croniche e/o rare, fra coloro che possono accedere alle cure all’estero e chi deve subire la trafila e l’incertezza del nostro paese. E questo ci sembra intollerabile.

ittadinanzattiva continuerà ad impegnarsi per il sostegno dei cittadini che hanno subito danni fisici, morali ed economici a causa della controversa applicazione della legge ed in particolare interverrà in sede legale per il riconoscimento dei danni alle coppie che

- hanno avuto gravidanze plurime, aborti e riduzioni embrionarie mettendo a rischio la vita e l’integrità psicofisica propria e dei nascituri, in base al principio della tutela della salute richiamato dagli articoli 32 e 13 della Costituzione;

- hanno avuto figli affetti da patologie croniche e/o rare di cui erano portatori loro stessi; - a causa del numero ridotto di ovociti utilizzati, hanno dovuto ripetere più volte la tecnica con gravi danni alla salute e psicologici, appellandoci agli articoli 32 e 13 della Costituzione

- sono state costrette ad andare all’estero per ottenere tecniche di fecondazione assistita sicure e garantite, richiamando la normativa italiana che riconosce il diritto al rimborso laddove un cittadino sia costretto ad andare all’estero per ottenere prestazioni non assicurate (in termini di qualità, tempestività, garanzia) nel Paese di origine o si sono recate fuori Regione sostenendo costi aggiuntivi per liste di attesa e qualità dei servizi.

I dati che emergono dalle segnalazioni dei cittadini che si sono rivolti a Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato confermano la necessità di apportare cambiamenti allo scopo di: facilitare l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita, ridurre gli ostacoli per le coppie che hanno patologie croniche, garantire i tempi d’attesa, provvedere ad una corretta e diffusa informazione, garantire l’erogazione della procreazione medicalmente assistita e gli stessi standard di sicurezza e qualità su tutto il territorio nazionale, migliorare l’efficacia della tecnica”.

Redazione Online

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