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Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato su Servizio sanitario italiano: non si ignorino le difficoltà dei cittadini. Bene l’urgenza sulla prevenzione degli errori

Roma, 2 ottobre 2007

“Siamo anche noi dalla parte del servizio sanitario nazionale, lo difendiamo e ne chiediamo il miglioramento e rafforzamento. Ma non possiamo fare a meno di vedere e sottolineare i problemi che il cittadino affronta quotidianamente nei rapporti con la sanità del nostro paese”. A dirlo è Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva in riferimento al dossier presentato oggi dal Ministero della Salute in occasione della campagna per i 30 anni del SSN. “Anche il nostro Tribunale per i diritti del malato esiste da 30 anni e da 30 anni vediamo la sanità con gli occhi del cittadino comune. E ancora tante sono le aree critiche. Ad esempio, non ci sembra che i viaggi della speranza siano diminuiti. Sempre più spesso i cittadini sono costretti a cambiare regione o a muoversi all’interno della propria regione per avere cure adeguate o in tempi adeguati” A dirlo sono i dati del nostro osservatorio nazionale PIT Salute a cui giungono ogni anno circa 20 mila segnalazioni di cittadini. Le cause per cui gli italiani sono costrettI a spostarsi sul territorio nazionale ma anche all’estero sono terapie particolari, interventi chirurgici, riabilitazione, trapianto, fecondazione medicalmente assistita, per i quali si sostengono costi notevoli, tra i 4.800,00 euro e i 70.000,00 euro. A questi si aggiungono le difficoltà per ottenerne il rimborso da parte delle ASL, in contrasto con una recente direttiva del Parlamento europeo che chiede alle nazioni di favorire la libera circolazione delle persone per motivi di cura. In merito al dato sul grado di assistenza del SSN, il Rapporto PIT Salute segnala alcune aree della sanità italiana particolarmente deficitarie, come l’odontoiatria, la riabilitazione, le liste di attesa, l’ assistenza farmaceutica per le malattie rare, assistenza domiciliare e salute mentale che impongono ai cittadini anche l’assunzione diretta di un costo privato. “Sul tema degli errori medici – continua Moccia – sappiamo che, al di là dei numeri, basta un errore come quello verificatosi nei giorni scorsi al Sant’Orsola di Bologna, dove una donna è morta per uno scambio di tac, per far perdere la fiducia del cittadino nel SSN. Per questo siamo soddisfatti che il ministro Turco chieda con urgenza l’approvazione del decreto per la qualità e sicurezza delle cure e siamo disponibili a sostenere una politica di prevenzione del rischio clinico ed offrire un contributo nell’analisi degli eventi sentinella, mettendo a disposizione le competenze acquisite sul campo nel corso degli anni”

Redazione Online

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