Condannati due medici per la morte di una bambina in Calabria. La famiglia è stata seguita da Cittadinanzattiva
Roma, 30 luglio 2007
Sono stati condannati a 4 mesi di reclusione e al pagamento dei danni morali e materiali, oltre alle spese processuali, due medici di San Calogero (in provincia di Vibo Valentia) processati e accusati dalla procura di Vibo di cooperazione nell’omicidio colposo di Benedetta Vignarolo, una bambina di 7 anni che la sera del 17 novembre 2003, dopo aver ingerito uno sciroppo di antibiotico a base di cefalosporina, aveva accusato uno shock anafilattico con edema della glottide. Lo rende noto Cittadinanzattiva che, tramite l’avvocato Tonino Barberio della rete Giustizia per i diritti dell’associazione, ha seguito la famiglia di Benedetta nel processo. Secondo il Tribunale penale di Vibo Valentia, con la sentenza emessa dal giudice Cristina De Luca il 23 luglio scorso, i medici Giuseppe Maneli –di turno alla Guardia medica di san Calogero - e Mario Calzone – intervenuto in supporto su chiamata dei genitori della bambina - non avrebbero praticato le cure immediate e necessarie (adrenalina, idrocortisone, antistaminico ed eventualmente tracheotomia) e avrebbero omesso di accompagnare i genitori al pronto soccorso, dove la bambina è giunta cadavere. A distanza di quattro anni – sottolinea Cittadinanzattiva – è stata confermata dalla sentenza del giudice ciò che i genitori di Benedetta, Filippo e Domenica, avevano da subito sostenuto, ossia l’inadeguatezza dell’intervento dei due medici. Tra novanta giorni conosceremo i motivi della sentenza.