II Rapporto di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato sull'assistenza domiciliare: meno ore e meno qualità. E terapia del dolore e psicologo restano privilegi per pochi
Prima vittima dei tagli alle Asl, l'assistenza domiciliare nel nostro Paese peggiora in quantità e qualità. Con le solite differenze tra regione e regione e cittadini afflitti da nuovi costi privati. È questo il quadro dell'assistenza domiciliare in Italia che emerge dal II Rapporto sulla ADI di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato che sarà presentato nel pomeriggio di oggi in Commissione Salute delle Regioni.
Terapia del dolore e assistenza psicologica sono i due principali talloni di Achille della assistenza domiciliare in Italia. Ma rispetto agli anni precedenti il taglio dei budget e i Piani di rientro pesano notevolmente su quantità e qualità dell'assistenza: sempre più cittadini segnalano la riduzione delle ore, la discontinuità o sospensione del servizio, un peggioramento della qualità. Il risultato è nell'aumento dei costi a carico delle famiglie che sempre più spesso devono integrare le prestazioni ricevute dalla Asl con servizi a pagamento.