"Anche la questione dei CTU è tra le priorità della giustizia civile". Lo afferma Mimma Modica Alberti, coordinatrice nazionale Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva, nell'ambito del suo intervento all'interno del Salone della Giustizia in corso di svolgimento a Roma. "E' necessaria un'attenta vigilanza da parte del Giudice sul rispetto dei tempi massimi di consegna per le CTU che si individuano in 30-40 giorni".
Per Modica Alberti è inoltre importante la modifica dell'art. 168 bis del codice civile: "E' necessario fissare la prima udienza non oltre 50 giorni successivi alla data indicata dall'attore nell'atto introduttivo – prosegue – e bisogna anche prevede un termine massimo per l'udienza di precisazione delle conclusioni poiché la dilatazione abnorme dei tempi è principalmente determinata dall'intervallo tra la fine dell'istruttoria e l'udienza di precisazione delle conclusioni e successiva decisione".
Infine, Cittadinanzattiva auspica l'abbreviazione dei termini di comparizione. "Un modestissimo rimedio, soprattutto di impatto psicologico sulle parti, potrebbe consistere nell'abbreviazione dei termini di comparizione attualmente fissati a 90 giorni. Nei provvedimenti di maggiore complessività, 40-60 giorni paiono sufficienti".
Altri aspetti di importante rilevanza ai fini di un miglioramento della giustizia civile sono lo smaltimento dell'arretrato civile e semplificazione dei riti processuali civili. "Si può provvedere allo smaltimento dell'arretrato civile con la costituzione di apposite sezioni, eventualmente integrate da magistrati in quiescenza ed avvocati in pensione, cancellati definitivamente dall'albo, di comprovata esperienza ed ineccepibile livello deontologico. Le risorse economiche per il funzionamento di tali sezioni – spiega Modica Alberti - potranno esser ottenute dai risparmi che saranno effettuati evitando ulteriori condanne per violazione del termine di ragionevole durata del processo sia in sede nazionale ai sensi della Legge Pinto, sia in sede comunitaria". In merito alla semplificazione dei riti osserva: "È fuori di dubbio che la permanenza nel nostro ordinamento di una pluralità di riti costituisce un'ingiustificata anomalia che produce solo dispersione di risorse, complicazioni e disorientamento in tutti gli operatori del servizio giustizia (magistrati, avvocati, personale di cancelleria, ufficiali giudiziari). Sarebbe sufficiente – conclude - dare finalmente attuazione a quanto previsto dalla Legge n° 69/2009 per pervenire in tempi solleciti ad una unificazione degli schemi processuali, individuando quello di principale e normale applicazione con solo pochissime eccezioni. La semplificazione dei riti introdotta di recente dal Ministro Alfano non va nel senso di semplificare i riti perché riferita a casistica assolutamente marginale".