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Presentato oggi  a Roma il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) nelle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, malattia di Crohn e Colite Ulcerosa realizzato da Cittadinanzattiva in collaborazione con AMICI onlus

L’incidenza delle patologie croniche (38,6% nel 2012) aumenta costantemente, e così aumenta la loro incidenza in termini di costi sulla spesa pubblica socio-sanitaria. Al contrario, non aumenta invece l’utilizzo di strumenti di governance che garantiscano uno standard omogeneo di cure su tutto il territorio nazionale ed allo stesso tempo un efficace utilizzo delle risorse economiche, primo fra tutti l’utilizzo di Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA). Questi alcuni dei principali contenuti nel lavoro presentato oggi da Cittadinanzattiva in collaborazione con Amici Onlus, il PDTA nelle malattie infiammatorie Croniche dell’Intestino, malattia di Crohn e Colite Ulcerosa.
Il PDTA è stato costruito partendo dal punto di vista dei cittadini/pazienti e integrando i contributi dei principali professionisti coinvolti nell’assistenza. Hanno collaborato alla sua stesura ACOI, AgeNaS, AIGO, ANMDO, FIASO, FIMMG, IG-IBD, IPASVI, SIED, SIFO, SIGE, SIHTA, SIMG, oltre che rappresentanti degli psicologi, dei professionisti e pazienti dell’area reumatologica e della programmazione regionale e realizzata con il contributo non condizionato di Abbvie.

Secondo il XII Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità di Cittadinanzattiva, solo il 29% delle Associazioni coinvolte nella rilevazione è a conoscenza di un PDTA relativo alla propria patologia a livello nazionale e quando presente interessa solo alcune Regioni (56%). Inoltre, solo nel 17% dei casi i pazienti si sentono realmente inseriti in un Percorso.
Nasce da qui la necessità di promuovere la realizzazione di PDTA che pongano realmente al centro del percorso il paziente, adottabili a livello nazionale, regionale e locale.Le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (MICI) in particolare hanno un’incidenza stimata in 10-15 nuovi casi su 100.000 abitanti all’anno e sono in costante aumento.

“Un PDTA su queste malattie può sicuramente ridurre il tempo di attesa per la diagnosi”,  dichiara Mauro De Simone, vice-presidente di AMICI Onlus, Associazione Nazionale per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino, “favorendo una migliore gestione e presa in carico del paziente. Una diagnosi precoce significa nella maggior parte dei casi, una malattia meno aggressiva, che non richiede farmaci costosi per la cura, quindi una patologia che costa meno. L’applicazione su tutto il territorio nazionale di questo percorso potrà standardizzare le cure in tutte le regioni, diminuendo la mobilità che spesso costituisce un fattore di spreco”.

 “La finalità di un PDTA è quella di riunire le varie competenze necessarie per la gestione di patologie così complesse, creando un percorso guidato a disposizione del paziente e del professionista”, aggiunge Fernando Rizzello Segretario IG-IBD (Italian Group for Inlammatory Bowel Diseas). “Il PDTA garantisce a tutti i pazienti il massimo standard assistenziale, passando dalla semplice Evidence-base medicine all’Evidence-based care, migliorando così di gran lunga gli outcomes assistenziali”

“La costruzione di un PDTA permette la presa in carico del paziente attiva e totale, dalla prevenzione alla riabilitazione, garantendo una diagnosi precoce, l’integrazione degli interventi ed equità di accesso ai trattamenti su tutto il territorio nazionale”, ha dichiarato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato e responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni di Malati Cronici-Cittadinanzattiva. “Un ruolo particolare ha avuto il Ministero della Salute come osservatore esterno, qualificato ed indipendente di garante dei principi di natura tecnica, sociale, etica e solidaristica, nel rispetto dell’autonomia regionale”.  “Ci auguriamo, ha concluso Aceti, “che il PDTA nelle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, malattia di Crohn e Colite Ulcerosa venga al più presto adottato formalmente dal Ministero della Salute e implementato in ogni regione del Paese. Le risorse per questo ci sono anche: basta attingere ai 200 milioni di Euro dedicati alla Linea progettuale 2 Modelli avanzati di gestione delle malattie croniche contenuti negli Obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l’anno 2013 approvati dalla Conferenza Stato Regioni del 20 febbraio scorso. Siamo già pronti a lavorare per la sensibilizzazione delle Regioni e supportarle nell’ utilizzo di questi fondi per migliorare l’assistenza nelle cronicità”.

Redazione Online

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