Tasse, sempre tasse, fortissimamente tasse! Potrebbe sembrare uno slogan pre-elettorale al contrario, ma invece è semplicemente la triste realtà del periodo sociale che stiamo vivendo. A quanto pare il comparto politico del nostro Paese sembra conoscere molto bene questo vocabolo, tanto da applicarlo erga omnes all'uopo per fare cassa.
Un esempio? La crisi internazionale di ieri,
le ripercussioni sull'oggi e le proiezioni sul domani portano già ad intravedere nell'immediato presente una escalation di rincari e nuove imposte, che solo nell'ultimo anno spaziano dalle utenze domestiche di luce e gas, ai pedaggi autostradali, dall'IVA dal 21% e al 23%, alla tanto discussa Imu, imposta municipale unica sull'immobile.
"La tassa è stata introdotta su richiesta dell'Europa", questo il commento del Presidente del Consiglio Monti in risposta alle critiche avanzate dalla Commissione Europea sull'introduzione dell'Imu nel documento "Lavoro e sviluppo sociale in Europa nel 2012" presentato di recente.
Ma la verità è che L'Unione Europea non voleva né bocciarla né demonizzarla, ma solo sottolineare la questione che il rischio di cadere in povertà o la possibilità di uscirne variano notevolmente da uno Stato membro all'altro, e l'Italia rientra proprio tra i paesi nei quali il rischio è più elevato e dove più scarse sono di riflesso le possibilità di uscirne fuori. Ed è In questo contesto che deve essere letta l'affermazione fatta dall'Europa sull'Imu.
Ma l'imposta della discordia si sarebbe potuta evitare o quantomeno poteva essere calibrata diversamente? Si sarebbero potute trovare soluzioni alternative, che non avessero un impatto così diretto e drammatico sulle famiglie italiane proprietarie di un immobile? Ed ancora, può essere considerato corretto, sia sotto il profilo giuridico che economico tartassare i risparmi di una vita dei cittadini italiani?
E pensare che il rapporto della Commissione focalizza l'attenzione su temi ben più importanti per l'Italia, quali tra gli altri quello della disoccupazione, che a quanto pare non ha avuto lo stesso seguito di commenti.
Diversi e disparati infatti sono stati gli interventi e le reazioni politiche sulla questione dell'introduzione dell'Imu, mentre nessuna questione è stata sollevata rispetto ai temi più rilevanti per il rilancio dell'economia del nostro Paese.
Non sarà che siamo in pieno periodo elettorale e che sarebbe troppo scomodo trattare con onestà e serietà i temi più importanti e rilevanti per il paese, in quanto più impopolari?
Premesso che siano tutti disposti a fare sacrifici e stringere la cinghia per il bene del Paese, non sarebbe opportuno che il buon esempio ci venisse dato da chi ci governa? Questo forse potrebbe accadere in un mondo utopico, dove il bene comune alla fine si fa largo sugli egoismi e gli individualismi dei pochi.
Impensabile realizzarlo e pretenderlo però nella realtà di oggi, da chi legalizza e detiene, come Monopolio di Stato, il gioco d'azzardo per fare cassa.
Il tutto senza tenere minimamente conto delle patologie che ne derivano per i cittadini che troppe volte vengono"soggiogati " dalle vincite facili pubblicizzate nelle ore di punta sui canali televisivi più rappresentativi. E se prima si doveva uscire di casa per giocare, ora le slot machine sono diventate online a disposizione h 24 nelle case degli italiani.
Ma può ritenersi serio e responsabile un Paese che chiede sacrifici ai cittadini italiani e poi surrettiziamente invita a disperdere il capitale posseduto nel gioco d'azzardo ?
Invece di colpire gli italiani nell'unico bene fondamentale (la prima casa), non sarebbe stato più equo tartassare i vizi degli italiani partendo da quello del gioco?
Claudia Ciriello