Il Parlamento Europeo in Plenaria ha approvato a larga maggioranza la direttiva ADR sulla risoluzione alternativa delle controversie e il regolamento ODR che consentirà a consumatori e aziende dell'UE di presentare online le controversie derivanti da acquisti online, grazie alla piattaforma ODR. Sicuramente una vittoria per i consumatori europei, ma quanto conta la conciliazione nell'agenda politica italiana?
Il pacchetto legislativo varato dal Parlamento Europeo pone l'attenzione sul tema della crescita economica e dello sviluppo del Mercato Interno puntando sugli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie in materia di consumo. L'Europa non abbandona il binomio giustizia/crescita e stima in circa 22,5 miliardi di euro l'anno la cifra che i consumatori potrebbero risparmiare se disponessero di sistemi di risoluzione delle controversie semplici e veloci.
In Italia l'attenzione alla giustizia è centrata sul legittimo impedimento, falso in bilancio, e non hanno avuto alcun seguito presso gli elettori i temi della "giustizia quotidiana", quella che ha il volto delle carceri stracolme o dei fascicoli persi tra un grado di giudizio e l'altro, e dei circa 1280 giorni necessari per recuperare un credito.
D'altra parte, la sentenza della Corte Costituzionale con la quale è stata dichiarata incostituzionale per eccesso di delega l'obbligatorietà della mediazione civile e commerciale non ha certamente messo la parola fine al cammino delle ADR in Italia. La mediazione civile rimane nel nostro ordinamento facoltativa e volontaria, il sistema delle conciliazioni si arricchisce (sempre su spinta europea come accaduto peraltro con la mediazione) di un nuovo strumento nel settore energetico con l'avvio ad aprile 2013 del servizio conciliazione dell'Autorità per l'energia elettrica e gas.
Non bisogna dimenticare le conciliazioni paritetiche. Anche le conciliazioni paritetiche che lo stesso Parlamento Europeo ha riconosciuto come best practice hanno la possibilità di rientrare nell'ambito della direttiva votata dal Parlamento Europeo nella misura in cui (si legge nel testo) "la Direttiva intende salvaguardare tradizioni giuridiche ed esperienze consolidate presenti nei diversi Paesi", inoltre, in ordine ai principi di indipendenza e imparzialità i requisiti riguardanti l'impossibilità per le persone fisiche incaricate della gestione delle controversia di essere dipendenti di una impresa non si applicano "quando le persone fisiche interessate facciano parte di un organismo collegiale composto da un numero eguale di rappresentati dell'organizzazione professionale e dell'associazione di consumatori".
La rappresentanza paritaria degli interessi all'interno di organismi di gestione delle controversie di consumo è un elemento che garantisce l'imparzialità della procedura e del risultato. Già la Raccomandazione 1998/257/CE sul principio di indipendenza aveva affermato: "Quando l'adozione della decisione è collegiale, l'indipendenza dell'organo responsabile della decisione è garantita attraverso la rappresentanza paritaria dei consumatori e dei professionisti".
La stessa direttiva ribadisce comunque che saranno gli Stati membri a svolgere la valutazione di conformità delle procedure di ADR presenti nel proprio Paese. Si apre quindi la possibilità di un nuovo dibattito nel Paese che rischia di rimanere per gli addetti ai lavori e scatenare tutt'al più la preoccupazione degli avvocati (appena "riformati" dalla recente legge di riordino della professione) quando invece questi temi dovrebbero riguardare il mondo delle piccole imprese e dei cittadini comuni per i quali la giustizia continua ad avere l'inavvicinabile volto del "Palazzaccio". Lo sforzo allora delle organizzazioni di tutela dei cittadini non dovrebbe essere solo quello di veder riconosciuti piccoli spazi di legittimazione ad esistere, ma quello ben più ambizioso di contribuire a far crescere la democrazia e il rispetto dei diritti che passa anche attraverso l'erogazione di un servizio giustizia moderno ed efficiente che comprenda anche le molteplici forme di risoluzione delle controversie a disposizione dei cittadini e salutari per il sistema Paese.
Liliana Ciccarelli, avvocato consumerista, Responsabile Nazionale Ufficio Politiche della Conciliazione di Cittadinanzattiva
Pubblicato anche su Help consumatori