In tempi di crisi uno dei settori dell'economia che a livello mondiale ancora resiste rispetto agli altri è quello delle telecomunicazioni che, nonostante tutto, continua a crescere in termini di ricavi e numero di abbonati. Nel 2012 l'intero comparto ha fatturato 1.115 miliardi di euro con una crescita di circa 90 miliardi di euro negli ultimi 5 anni. Il numero di abbonati, a livello globale, ai servizi di telecomunicazioni ha raggiunto i 7,3 miliardi .
Il settore delle telecomunicazioni è quello che più di altri può fare da traino per la ripresa economica se si è in grado di cogliere le opportunità di innovazione, crescita e sviluppo ad esso collegati.
Ai nostri giorni, l'innovazione e le opportunità di crescita sono spesso digitali, ed investono in pratica tutti i settori dell'economia, dal settore energetico (le reti intelligenti), alla pubblica amministrazione (e- government), all'industria automobilistica (le automobili connesse), ai servizi generali (la sanità on - line ).
Sempre più spesso si parla di ecosistema digitale. L'accesso alle nuove tecnologie e l'uso delle stesse rappresenta sempre di più una risposta all'emarginazione e all'esclusione sociale; non a caso tutti i pilastri dell'Agenda digitale Europea si basano proprio sul principio che internet e le nuove tecnologie rappresentino la chiave di volta per combattere emarginazione e degrado. Il livello di sviluppo di un Paese è oggi fortemente legato agli investimenti e allo sviluppo delle nuove tecnologie.
Il mercato europeo delle telecomunicazioni si trova in una situazione di forte frammentarietà con 28 mercati nazionali delle comunicazioni diversi, ciascuno con un numero limitato di operatori e ciascuno con normative differenti. Le norme UE sono attuate secondo modalità divergenti, ad esempio, in materia di tutela dei consumatori, pratiche commerciali scorrette, condizioni regolamentari, autorizzazioni, assegnazione dello spettro, banda larga, ecc.. Questo scenario così eterogeneo crea barriere all'ingresso nel mercato, e fa lievitare i costi per gli operatori che intendono offrire servizi transfrontalieri, impedendone l'espansione. Al contempo, i consumatori non possono fruire a pieno dei vantaggi che un mercato unico dovrebbe garantire in termini economici e di omogeneità delle tutele.
In questo scenario, l'Italia appare tra i paesi più "arretrati" dell'Unione Europea sia in termini di "gap" tecnologico, secondo Eurostat il nostro paese è quarto ultimo in Europa per numero di abitazioni connesse alla banda larga, sia in termini di tutele offerte ai consumatori, l'Italia è uno dei pochi paesi a non aver ancora adottato la Direttiva 2011/ 83 /UE sulle pratiche commerciali scorrette.
I dati che emergano dal XIII Rapporto PiT Servizi- Focus Telecomunicazioni e Poste, aprono uno squarcio su una realtà poco edificante.
I cittadini che si sono rivolti a Cittadinanzattiva nel corso del 2012 si sono trovati a fare i conti con disservizi legati da una parte agli scarsi standard di qualità offerti dalle aziende (in particolare per internet), dall'altra, con la scorrettezza commerciale di alcuni operatori che continuano ad attuare pratiche commerciali scorrette ( voce riscontrata in tutti i settori dalla telefonia fissa e mobile, alle pay tv, ad internet), ad applicare penali non dovute in caso di recesso del contratto, ad ostacolare il passaggio dell'utente ad un altro operatore.
Sul versante dei servizi postali i disagi sono legati soprattutto ai ritardi nella consegna dei pacchi e della posta, alla scarsa qualità del servizio e al phishing per i prodotti di banco -posta on line.
Con un quadro così desolante i diritti dei consumatori ci sembrano sempre meno in linea come recita il titolo che abbiamo scelto per questo Rapporto.
I dati evidenziano due tipi di criticità differenti tra loro: il digital divide del nostro paese e la carenza di tutele dei diritti dei consumatori.
Da una parte urgono degli interventi di sistema con impegni ed investimenti chiari e rapidi da parte del Governo, dall'altra basterebbe in realtà limitarsi ad applicare le normative europee che già esistono, (vedi la Direttiva 83/2011 sulle pratiche scorrette )che il nostro paese recepisce sempre in extremis o in forte ritardo.
L'Italia è in fortissimo ritardo rispetto agli obiettivi che ha posto l'Europa in tema di Agenda Digitale, perdere "il treno" dell'innovazione e dello sviluppo significherebbe avviare il nostro Paese verso un declino ed un isolamento inesorabile. E' per questo che chiediamo di affrontare, senza più proroghe i temi legati allo scorporo della rete, l'E- Government, gli investimenti sulla banda larga nelle zone rurali, il tema del partnariato pubblico. privato.
Isabella Mori, Responsabile PiT Unico Cittadinanzattiva