Lo spreco è un tema attualmente all’attenzione del dibattito pubblico, spesso, però, trattato in modo frammentario e con riferimento a singoli ambiti. Di recente, il dibattito sullo spreco si è focalizzato, in maniera quasi esclusiva, sul tema dei costi della politica, attribuito dunque a una “casta”, altra dai cittadini, che, a volte, fa uso abnorme e patologico delle risorse pubbliche.
Sicuramente, questo tipo di spreco vi è e va combattuto con forza. Ma con la festa che si è appena conclusa, e che ha avuto quale splendido scenario la Rocca Albornoziana di Spoleto, Cittadinanzattiva ha voluto suggerire un modo nuovo per affrontare il tema dello spreco.
Per Cittadinanzattiva lo spreco è una questione trasversale, che riguarda il modo in cui vengono utilizzati i beni comuni e che si determina ogniqualvolta se ne faccia un uso egoistico: quando, cioè, risorse economiche, ambientali, paesaggistiche, umane vengono mal utilizzate, abbandonate, private di valore e progettualità.
Se così è, per combatterlo, va messo in campo l’impegno di tutti gli attori, istituzioni, imprese, ricercatori, mezzi di comunicazione, organizzazioni della cittadinanza attiva e singoli cittadini. E tutti gli attori ha cercato di coinvolgere la festa di Spoleto, in momenti di approfondimento e di dibattito.
Alcuni dati possono aiutarci a cogliere la portata del fenomeno dello spreco, nei tre ambiti sui quali si è concentrato l’evento: il cibo, l’ambiente e il consumo di territorio, la salute. Il 42% dello spreco alimentare avviene a casa, visto che ogni italiano getta nella spazzatura 76 kg di cibo l'anno con uno spreco di 7 euro a settimana. Negli ultimi tre anni è stata invasa dal cemento una area di 720 km quadrati, pari alla superficie di Milano, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo, con un costo stimato per la immissione in atmosfera di CO2 di 130 milioni di euro, 500 milioni spesi a causa della impermeabilizzazione del suolo (per manutenzione e pulizia dei canali e delle fognature), ulteriori 90 milioni per importare i cereali dall'estero che avremmo potuto invece coltivare sui nostri terreni. La spesa sanitaria è pari a circa 110 miliardi di euro l'anno, una spesa sobria al di là di quanto si pensi comunemente, ma il peso della corruzione e della frode nel nostro Paese equivale al 5-6% della spesa pubblica, mentre destiniamo alla prevenzione meno risorse di quanto avviene nel resto di Europa.
Fin qui l’analisi e il dibattito. Ma la festa di Spoleto ha voluto puntare l’attenzione anche su quello che, in forma “molecolare” per citare Giuseppe Cotturri ne La forza riformatrice della cittadinanza attiva, i cittadini, singoli e organizzati, fanno già o si impegneranno a fare sempre di più, con modalità maggiormente strutturate, per combattere lo spreco.
Nei confronti del cibo, occorre programmare meglio la spesa, ridurre i consumi, fare attenzione alle scadenze, riutilizzare gli avanzi. Ma il ruolo del cittadino è centrale anche nei confronti della filiera alimentare, dalla produzione sino al consumo finale, collettivo o singolo che sia. In particolare, nella rilevazione e segnalazione degli sprechi, nella produzione e diffusione di informazioni, nella partecipazione in tutti i luoghi di programmazione e verifica già previsti (come le commissioni mensa delle scuole), nella promozione di iniziative comuni con tutti gli attori nella filiera.
Anche rispetto allo spreco dell’ambiente, il potere e la responsabilità del singolo sono fondamentali. I piccoli gesti quotidiani da adottare sono molti: adottare la raccolta differenziata, usare consapevolmente e con misura le risorse disponibili, acquistare prodotti alimentari locali e stagionali, acquistare elettrodomestici a basso consumo energetico e preoccuparsi del loro riciclo una volta non più funzionanti, diminuire l’uso delle auto private scegliendo mezzi di trasporto alternativi, prediligere prodotti privi di imballaggi non rinnovabili o voluminosi. Ma il ruolo del cittadino è centrale nella rilevazione e segnalazioni degli sprechi, nella produzione e diffusione di informazione, nella promozione di iniziative comuni con tutti gli attori coinvolti, nella partecipazione alla definizione, all’implementazione e al controllo delle politiche pubbliche.
E il cittadino è chiamato direttamente in gioco anche nei confronti degli sprechi in ambito sanitario, da una lato agendo da sentinella per rintracciare e segnalare corruzione, irregolarità e disservizi. Dall’altro nel contribuire egli stesso alla riduzione degli sprechi in quest’ambito, a partire dall’adozione di comportamenti finalizzati alla prevenzione primaria con la scelta di semplici, ma efficaci e corrette abitudini di vita, rispettando le regole di accesso a servizi e prestazioni sanitarie, disdicendo per esempio una visita prenotata che non può più fare, aderendo ai percorsi terapeutici, utilizzando con consapevolezza i farmaci.
Anna Lisa Mandorino, Vicesegretario generale Cittadinanzattiva