La presentazione del rapporto PiT Servizi, quest’anno articolata in quattro rapporti ed altrettanti workshop tematici, è giunta alla sua quattordicesima edizione. In queste ultime settimane in cui il nostro Paese ospita il Semestre Europeo, ricordiamo che il servizio di assistenza e consulenza ai cittadini-consumatori Progetto Integrato di Tutela, è stato reso possibile anche grazie all’Europa, così come molte delle politiche dei consumatori nel nostro paese.
Più Europa, più tutela del consumatore. Basta ricordare che l’articolo 38 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, approvata a Nizza nel 2000 recitava: ”nelle politiche dell’Unione è garantito un livello elevato di protezione dei consumatori”, confermando e rafforzando la volontà di mettere al centro di tutte le politiche europee il consumatore.
Soltanto da pochi mesi, con il recente recepimento della Direttiva europea 83/2011/UE, il consumatore ha maggiori tutele riguardo ai contratti a distanza, stipulati via internet, un freno alle pratiche commerciali scorrette.
Nelle quasi diecimila segnalazioni dei cittadini (oggetto dell'analisi del Rapporto 2013) per denunciare disservizi e lamentele (e chiedere aiuto, 68% di casi risolti) nei servizi di pubblica utilità quali Telecomunicazioni, trasporti, energia, servizi bancari, assicurativi, postali continuano ad emergere necessità di maggiore tutela e di maggior informazione al consumatore
Due aspetti importanti. Il primo è lo spostamento dell’asse del contenuto delle richieste: dalla denuncia sul tema della qualità dei servizi ci si è spostati al tema dell’accessibilità dei servizi stessi, ed ancor di più al tema della sostenibilità economica. Non è un caso che uno dei temi critici sia quello del sovra indebitamento e dell'usura, come le lamentele scaturite dal credito al consumo. Senza tralasciare le segnalazioni sulle morosità delle utenze e sulle fatturazioni di costumi stimati, per fare degli esempi, nel settore energetico o la doppia fatturazione o la contestazione della fatture nel settore delle telecomunicazioni.
Il secondo riguarda la natura stesse delle associazioni dei consumatori e della cittadinanza attiva, che sono in qualche modo sollecitate a cambiare la propria azione politica: non più privilegiare l’intervento nella gestione del contenzioso, ma a monte, entrare nel merito della gestione del servizio stesso, fin dalla fase della sua definizione e successivamente nell’erogazione. Molte associazioni, tra le quali Cittadinanzattiva, investendo e proponendo la valutazione dei servizi o l’informazione al consumatore, sollecitano da anni istituzioni ed aziende; adesso è il momento di raccogliere queste sollecitazioni e di metterle a sistema.
Alcune delle proposte presentate vanno in questa direzione. Qualche esempio. Nell’ambito dei trasporti e più in generale, dei servizi pubblici locali, non si può più rimandare l’attuazione del comma 461, introdotto dalla legge finanziaria del 2008, che prevede il coinvolgimento dei cittadini nella definizione del servizio. In questi anni gli italiani stanno mutando le proprie abitudini di mobilità, con un utilizzo sempre maggiore del car sharing, ed una riorganizzazione del servizio non può non tenere con di questi cambiamenti.
Così come non si può rimandare l’appuntamento con la digitalizzazione nel nostro paese, che significa, solo per fare qualche esempio, investire nell’efficacia dell’e-government delle amministrazioni pubbliche o valorizzare le aree rurali. La digitalizzazione è imprescindibile per la progettazione delle nostre “città intelligenti”: pianificazione urbanistica ed ottimizzazione e innovazione dei servizi pubblici sarà difficile da mettere insieme senza l'impiego diffuso delle nuove tecnologie.
Nell’ambito dell’energia senza un adeguato investimento in formazione ed informazione al consumatore non sarà sufficiente il lavoro delle associazioni sul rafforzamento di misure come il bonus sociale o come il contenimento degli oneri generali di sistema presenti in bolletta. La trasparenza delle offerte commerciali necessitano di un consumatore capace di orientarsi e di scegliere il proprio profilo di consumo.
Definire e promuovere una strategia istituzionale di educazione finanziaria ha l’obiettivo di far crescere la conoscenza, la consapevolezza, la competenza, la cultura degli italiani in materia economico-finanziaria e il nostro paese è da troppo tempo che aspetta un salto di qualità. Trasformare le persone in cittadini che esercitano la propria cittadinanza economica, con un patrimonio di informazioni per poter affrontare, senza asimmetrie a priori, scelte importanti nella propria vita, come l’acquisto di una casa o la stipula di una polizza per la vita.
E’ sul raggiungimento di questi obiettivi che bisogna aprire uno sconto senza alcun sconto, nel rafforzamento degli spazi (effettivi) di partecipazione dei cittadini-consumatori e nella conoscenza come valore principale (non solo per imprese e lavoratori) per poter esprimere al meglio la propria soggettività di cittadini e poter sì, allora, esercitare in maniera efficace la tutela dei propri diritti.
Tina Napoli, Coordinatrice nazionale Rete delle Politiche dei Consumatori di Cittadinanzattiva