“La riduzione degli sprechi e delle inefficienze nei sistemi sanitari, come pure l’aumento della qualità delle prestazioni erogate dipendono dalla collaborazione, e richiedono un ruolo attivo tanto delle istituzioni europee e nazionali, quanto dei professionisti e dei pazienti” . Nel commento del Commissario Europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis la degna chiosa alla decima edizione della Giornata Europea dei diritti del malato, celebrata a Bruxelles il passato 4 maggio alla presenza di leader di associazioni civiche e di pazienti di 25 Paesi, rappresentanti del Parlamento Europeo e del Comitato Economico e Sociale Europeo, oltre che dei principali stakeholder impegnati a livello continentale: network europei, medici, dirigenti, imprese.
Sullo sfondo, la diffusa consapevolezza che l’ambito della salute nasconda vaste sacche di inefficienza: l'Organizzazione Mondiale della Sanità – anch’essa intervenuta alla Giornata - stima che dal 20% al 40% di tutta la spesa sanitaria vada sprecato.
E’ opinione condivisa che nel garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari, la lotta agli sprechi e alle inefficienze rimanga un obiettivo primario, da perseguire a livello micro e macro, dove in entrambi gli ambiti c’e’ ancora molto da fare. Infatti, da un lato, occorre valorizzare compiutamente il contributo civico di chi, nel proprio contesto, identifica e denuncia una qualsiasi fonte di spreco: alla segnalazione spesso non viene dato seguito, di fatto “sprecando” questa importante risorsa civica.
Dall’altro, al netto di dichiarazioni di principio, l’impressione e’ che manchi una vera strategia comune a livello europeo, lo dimostra il fatto che straordinari esempi di eccellenze stentino ad essere conosciuti al di fuori dei confini nazionali nei quali si sviluppano: averne portate alcune a fattor comune ha rappresentato un indubbio merito della Giornata 2016.
Certo è che siamo chiamati tutti ad agire per ridurre sprechi e inefficienze, nessuno escluso. Per questo è indispensabile valorizzare competenze, sensibilità e superare la logica che spetti sempre a qualcun altro agire o che tanto non cambia nulla: le buone pratiche presentate al Parlamento Europeo lo hanno dimostrato.
La Giornata ha permesso, tra l’altro, di socializzare una definizione di spreco in linea coi dettami proclamati dalla Carta Europea dei diritti del malato, e valorizzare in ambito europeo il recente lavoro compiuto in Italia sia dalle sezioni del Tribunale per i diritti del malato, che hanno portato a termina una ricognizione di sprechi e inefficienze nel servizio sanitario nazionale, sia dal CNAMC, con la buona pratica rappresentata dai percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali per le malattie croniche infiammatorie dell'intestino e per le malattie reumatiche infiammatorie, percorsi costruiti partendo dal punto di vista e dai bisogni dei cittadini/pazienti, e successivamente approvati formalmente dalle istituzioni preposte.
La Giornata ha vissuto un importante prologo nel pomeriggio del 3 maggio quando, sempre al Parlamento Europeo, è stata presentata alle Istituzioni la campagna di comunicazione in 14 Paesi incentrata sulle cure all’estero. Coordinata dalla rete europea di Cittadinanzattiva, Active Citizenship Network, l’iniziativa mira ad aumentare la consapevolezza tra i cittadini dei propri diritti, creare un network informale di associazioni capace di essere un punto di riferimento per pazienti che si recano all’estero, facilitare la collaborazione e lo scambio di informazione tra le stesse organizzazioni dei pazienti e i Punti di contatto nazionale istituiti in ciascun Stato membro. Collaborazione prevista ma finora poco o nulla praticata: anche su questo versante il rischio è che finora si sia sprecato fin troppo tempo.