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La Commissione Affari costituzionali della Camera ha adottato come testo base sulla riforma della cittadinanza il testo del relatore Giuseppe Brescia (M5s) che introduce lo ius scholae. Il testo prevede che possa acquistare su richiesta (dei genitori) la cittadinanza italiana il minore straniero nato in Italia che abbia risieduto legalmente in Italia e abbia frequentato regolarmente, per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici. Questo percorso è aperto anche al minore non nato in Italia purché abbia meno di 12 anni. «Si tratta solo di un primo passo di un percorso che vogliamo concludere entro questa legislatura. Nella prossima settimana in ufficio di presidenza definiremo il termine per la presentazione degli emendamenti», ha commentato Giuseppe Brescia, deputato del M5S, Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera. Leggi il nostro commento sulla pagina Facebook.

Cosa prevederebbe la nuova normativa e quali sono le differenze rispetto allo Ius sanguinis oggi in vigore? Almeno dal 1992, anno in cui è stata firmata la legge 91 che stabilisce come una persona emigrata possa diventare cittadina italiana in base a una serie di requisiti, sono state moltissime le richieste per cambiare tale regolamento, perché ritenuto troppo complesso e severo, rispetto anche alle leggi degli altri paesi europei. Oggi, secondo i dati Istat riportati dal Corriere della Sera, sarebbe circa mezzo milione il numero di minori che potrebbe ottenere la cittadinanza immediatamente grazie allo Ius soli e invece si trova negato questo diritto: leggi su Elle 

 

Aurora Avenoso

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