I cittadini confermano la loro fiducia nella farmacia come luogo di accesso per informazioni e servizi, in particolare rispetto ai temi della prevenzione e dei farmaci equivalenti. A proposito di prevenzione, il 34% dei farmacisti ha svolto nell’ultimo anno campagne di screening per l’individuazione di soggetti a rischio per patologie croniche: nell’impegnarsi su questo fronte, i farmacisti si sono concentrati su diabete (70,3%), malattie cardiovascolari (48,2%), dislipidemie (35,9%), BPCO (14,4%). Caso a parte merita l’adesione massiccia, nel 2022, per la campagna di prevenzione oncologica del tumore al colon-retto, alla quale ha aderito ben il 78,4% delle farmacie intervistate. Incoraggiante la risposta dei cittadini, che nel 30,8% dei casi hanno partecipato ad almeno uno dei programmi di prevenzione citati.
Rispetto ai farmaci equivalenti, nell’ultimo anno l’83,4% dei cittadini ha ricevuto dal farmacista suggerimenti per un loro utilizzo e, al contempo, informazioni sul fatto che il principio attivo sia il medesimo del farmaco originale (lo dichiara il 63,7% dei cittadini) così come rassicurazioni su sicurezza, efficacia e qualità dell’equivalente rispetto al farmaco di marca (46%) nonché sulla possibilità di risparmiare (lo riporta il 39,3% dei cittadini). Gli stessi farmacisti dichiarano che da due anni a questa parte è in costante aumento la richiesta da parte dei cittadini di utilizzare i farmaci equivalenti: a pensarla così oggi è il 36,5% dei farmacisti, nel 2020 era solo il 13,4%.
In termini di ruolo sociale della farmacia, i cittadini apprezzano soprattutto la cortesia (48,2%) e la conoscenza del farmacista di fiducia rispetto ai loro problemi di salute (36,5%), mentre l’ascolto da parte del farmacista e la velocità nel servire la clientela sono più importanti (rispettivamente nel 41,8% e nel 40,6% dei casi) per chi non ha una farmacia di riferimento. Dal punto di vista dei farmacisti, per quanto concerne i servizi di prossimità e la loro riorganizzazione prevista dalla riforma dell’assistenza territoriale, occorrerebbe potenziare l’attività di prevenzione e gli screening (la pensa così l'84,9% dei farmacisti intervistati), come pure la dispensazione attiva dei farmaci (71,3%), la telemedicina e i test diagnostici (67%).
Questi sono alcuni dei dati che emergono dal V Rapporto annuale sulla farmacia, presentato da Cittadinanzattiva, con la collaborazione di Federfarma. Il Rapporto, redatto dall’Agenzia di Valutazione Civica di Cittadinanzattiva, ha coinvolto 1030 farmacie e ben 1284 cittadini, di cui quasi due su tre affetti da almeno una patologia cronica. Del campione di farmacie analizzato, il 57,7% rientra o è candidato a rientrare nella sperimentazione della Farmacia dei servizi.
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