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Tra il 2020 e il 2023 L’Azienda Ulss 9 insieme ai Comuni di Verona ha sviluppato il progetto Meet Generation rivolto a ragazzi e ragazze dei territori coinvolti. Il progetto, nato alla fine del 2020, si è centrato sugli effetti della pandemia di Covid-19 correlati alle ridotte occasioni di relazione e comunicazione sia tra pari. Nel territorio, già prima dell’emergenza sanitaria, il rischio di dispersione scolastica e il disagio degli studenti era attenzionato, considerato che nel 2019 la presenza di giovani (15-29 anni) non occupati e non inseriti in percorsi di formazione, si aggirava al 22,1%. La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente acuito questa condizione e ha avuto un effetto significativo sulla salute mentale di bambini e adolescenti con i seguenti problemi principali individuati: ansia, depressione, solitudine, stress, paura, tensione, rabbia, stanchezza, confusione e preoccupazione.

La sperimentazione realizzata grazie a Meet Generation si è focalizzata su ragazzi e ragazze che avevano già abbandonato la scuola o che erano a rischio di abbandono tenendo conto di alcuni segnali di malessere che emergevano nella vita scolastica. Situazioni che, solitamente, o non ricevono adeguata attenzione quando portate alla valutazione dei servizi sociali o sociosanitari, in quanto non espressione di forme consolidate di disagio per le quali esistono standard di risposta, oppure che sono oggetto di interventi legati a progettualità estemporanee e disomogenee.

Per far fronte alle criticità di cui sopra, il progetto Meet Generation ha previsto la costituzione di “Team di Prossimità” multiprofessionali, composti da insegnanti, operatori dei servizi sociosanitari e sociali, educatori degli enti del Terzo Settore, e che hanno coinvolto gli alunni e loro famiglie. I Team di Prossimità sono stati costituiti in dieci Istituti scolastici secondari e hanno permesso di sperimentare, attraverso la lettura di una base comune di informazioni, una collaborazione condivisa, per leggere la dimensione del disagio degli alunni e delle loro famiglie, con il loro coinvolgimento; rafforzare i fattori protettivi di tipo relazionale e intervenire precocemente sui fattori rischio di abbandono scolastico; evitare la delega di responsabilità e soprattutto facilitare un progetto di lavoro condiviso.

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Fabio Cruccu

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