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Progetti

I CARE prende a cuore la salute delle detenute nel carcere di Rebibbia e tutela il loro diritto a diagnosi tempestive del carcinoma mammario, la neoplasia più diagnosticata nelle donne. Il progetto realizza azioni di empowerment e capacity building per la diffusione delle pratiche di prevenzione, contribuisce all’emersione dei bisogni di salute delle detenute attraverso la ricerca-azione e si impegna in un’azione di advocacy per l’istituzione della Carta dei diritti di salute delle detenute.

Contesto di riferimento
Attualmente la popolazione femminile di Rebibbia conta circa 334 detenute, dato che lo rende il carcere femminile più grande d’Europa. Ben il 35% è rappresentato da donne straniere, provenienti per la maggior parte da Romania e Nigeria, Marocco, Bosnia Erzegovina e Bulgaria.

L’informazione sulle tematiche della salute e, in particolare, sulla prevenzione del carcinoma mammario trovano ancora troppo poco spazio nei servizi rivolti alle detenute e spesso si registra una difficoltà di accesso ai servizi essenziali di assistenza, anche a fronte della forte disomogeneità culturale e linguistica presente negli istituti di detenzione. La salute della popolazione detenuta è fortemente condizionata dagli stili di vita e il contesto socioeconomico di provenienza: la condizione sociale, l’esposizione per tanti anni ad una vita in cui sono state trascurate, o inaccessibili, le più elementari dimensioni di cura, fanno delle detenute dei soggetti bisognosi di sostegno per maturare internamente la consapevolezza e l’attitudine a prendersi cura di sé stesse e della propria salute. Allo stesso tempo è fondamentale dotare di competenze specifiche gli operatori e le operatrici delle strutture penitenziarie (a partire dal personale di detenzione agli educatori e dai volontari delle associazioni operanti nel carcere) cosicché possano sostenere le detenute in questo percorso.

È necessario, dunque, rafforzare gli interventi all’interno delle strutture penitenziarie che pongano l’accento sulla salute e la prevenzione, soprattutto in relazione a patologie importanti come il carcinoma mammario.

Per tali motivi Cittadinanzattiva propone un’azione multidimensionale di prevenzione per la diagnosi precoce del carcinoma mammario rivolta alla popolazione femminile detenuta nel carcere femminile di Roma Rebibbia, che contribuisca anche a fare luce sui bisogni di salute delle detenute e per sostenerle in un processo evolutivo in cui possono apprendere e decidere di voler prendersi cura di loro stesse.

Obiettivo del progetto e strategia di intervento
Migliorare le condizioni di salute di popolazioni vulnerabili e fortemente a rischio, quali le detenute della Casa Circondariale femminile di Roma Rebibbia “G. Stefanini” attraverso un approccio integrato e multidimensionale che coinvolgerà la globalità del contesto carcerario, mirando a costruire i presupposti per allargare gli impatti del progetto e garantire la sua sostenibilità nel tempo.

Metodologia
Il progetto si caratterizza per un approccio multidimensionale ed integrato, che sviluppa azioni dirette a produrre un impatto significativo non solo nelle destinatarie principali dell’intervento (le detenute) ma anche in tutta la comunità che gravita loro attorno, al fine di produrre un cambiamento strutturale e duraturo.

La strategia d’intervento del progetto si basa su quattro pilastri:

  1. Empowerment delle detenute, per dotarle di informazioni e conoscenze che consentano loro di agire in modo consapevole ed efficace nella prevenzione del carcinoma mammario;
  2. Capacity building delle detenute e degli operatori presenti nell’istituto penitenziario, per renderli in grado di favorire pratiche di prevenzione del carcinoma mammario nelle altre detenute, specialmente quelle più difficilmente raggiungibili dal progetto e anche dopo la sua conclusione;
  3. Advocacy, per creare sinergie e alleanze intersettoriali in grado di sostenere condizioni essenziali per la salute delle detenute;
  4. Sostenibilità e replicabilità.

Destinatari delle attività
I destinatari diretti delle attività saranno:

  • le detenute della sezione femminile della Casa Circondariale di Roma Rebibbia;
  • gli operatori dell’istituto penitenziario, quali il personale di sorveglianza, gli educatori, i volontari delle associazioni attive all’interno della Casa Circondariale;
  • i funzionari e i responsabili dell'istituto penitenziario e della ASLRM2.

Le azioni del progetto
Il progetto sviluppa tre azioni specifiche e due trasversali.

AZIONE 1 - EMPOWERMENT DELLE DETENUTE
L’ azione mira ad aumentare la conoscenza delle detenute sui temi connessi alla prevenzione del carcinoma mammario attraverso incontri di in-formazione condotti da una professionista sanitaria sulla salute femminile e la prevenzione del carcinoma mammario ed un laboratorio creativo per favorire l'emersione e la rappresentazione dei bisogni di salute delle detenute, la loro rappresentazione e condivisione. Il laboratorio produrrà un video-spot realizzato dalle detenute.

AZIONE 2 - CAPACITY BUILDING IN CARCERE
L’azione mira a realizzare sia un intervento di Peer educator volto a favorire la costruzione di competenze delle detenute affinché possano sostenere altre detenute nell’apprendimento di informazioni e tecniche per la prevenzione del carcinoma mammario, sia un intervento per aumentare la capacità degli operatori dell'istituto penitenziario (agenti sorveglianza, educatori e volontari) di supportare la diffusione delle misure di prevenzione tra le detenute.

AZIONE 3 – ADVOCACY
L’azione mira ad accrescere la conoscenza e l’attenzione ai bisogni di salute delle detenute con particolare attenzione alla prevenzione del carcinoma mammario nei funzionari e responsabili dell'istituto penitenziario e dell'ASLRM2. È l’azione che proietta gli impatti del progetto I CARE nella dimensione dell’impegno dei referenti istituzionali di sancire la sinergia e l’unione d’intenti per garantire che il diritto alla piena salute di ogni detenuta sia sempre rispettato e vengano rimosse tutte le barriere legate alle differenze di nazionalità, religione, cultura, livello di istruzione, etc.
A tal fine verrà istituito un Tavolo di lavoro multistakeholder composto da funzionari e responsabili dell’istituto penitenziario e dell’ASLRM2, Cittadinanzattiva e una delegazione delle detenute il cui scopo è definire e adottare la "Carta del diritto alla salute delle donne detenute".

AZIONE 4 – COMUNICAZIONE E DISSEMINAZIONE
Azione trasversale che sostiene l’impatto complessivo del progetto, della disseminazione dei suoi prodotti e dei suoi risultati all’esterno. Sarà prodotto materiale video e informativo, anche multilinguistico e realizzato un evento finale presso l’istituto penitenziario in cui saranno invitati decisori politici, amministratori dell'istituto penitenziario, dirigenti e responsabili di ASLRM2, attivisti per i diritti civili, giornalisti. In occasione dell’evento finale verranno presentate le attività realizzate dal progetto, condivisi i principali elementi emersi, anche attraverso la voce diretta delle detenute e ufficialmente siglato il protocollo di intesa tra Istituto penitenziario e ASLRM2 per l’adozione della "Carta del diritto alla salute delle donne detenute".

Guarda il video messaggio #laprevenzioneliberatutte realizzato dalle donne detenute su www.facebook.com e www.youtube.com

Qui le interviste complete

 

Durata: gennaio 2024 - dicembre 2024

Per maggiori informazioniQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il progetto è stato parzialmente finanziato dal Community Award Program 2023 promosso da Gilead Sciences

Valentina Ceccarelli

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