“Le vicende accadute nella caserma dei Carabinieri di Piacenza lasciano senza parole e, se confermate, si dimostrano di una gravità senza pari, anche perché perpetrate in un momento fortemente problematico per la città, a causa del diffondersi veloce e violento del Covid-19, che ha contagiato migliaia di persone ed ha mietuto quasi un migliaio di vittime. Un preoccupante quadro di reati, tra cui anche l’uso diffuso della violenza”. Queste le dichiarazioni di Anna Baldini, Segretario regionale di Cittadinanzattiva Emilia Romagna e Laura Liberto, coordinatrice nazionale della rete Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva.
“Indossare una divisa e, quindi, essere in condizione di superiorità rispetto ad un qualsiasi cittadino, anche colto in flagranza di reato, non autorizza ad esercitare violenza fisica e psicologica. Cittadinanzattiva condanna fortemente questi comportamenti e prende le distanze da chiunque li eserciti, avvalendosi di una posizione di privilegio e di superiorità anche numerica.
La tortura esercitata come mezzo per estorcere confessioni è una pratica che dovrebbe restare come racconto nei libri di storia, oggi è un reato, e Cittadinanzattiva si è fortemente battuta perché fosse riconosciuta come tale, ed introdotta come specifico delitto nell’ordinamento nazionale.
Seguiremo attentamente la vicenda - concludono Baldini e Liberto- e siamo pronti a costituirci parte civile, come abbiamo fatto nel processo per l’omicidio di Stefano Cucchi, affinché la verità venga a galla e i responsabili siano assicurati alla giustizia”