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Editoriali

partito democratico

In questo numero ospitiamo le interviste ai candidati alle primarie del centrosinistra. Abbiamo inviato a tutti e cinque i candidati le domande. Cittadinanzattiva è l’organizzazione che ha realizzato per prima in Italia le primarie. Parliamo di venti anni fa, nel 1992-1993, quando circa 350.000 persone parteciparono in tutto il paese alle elezioni civiche per la costruzione del congresso

nazionale di quello che all’epoca si chiamava Movimento Federativo Democratico. Fu una grande palestra di democrazia e un momento alto di partecipazione civile perché i cittadini si confrontavano direttamente con i problemi dei propri territori elaborando proposte di soluzione spesso innovative.

 

Come movimento depositammo negli anni successivi una proposta di riforma costituzionale che, modificando l’art.49 della Costituzione, andava a inserire le primarie quale elemento essenziale nella scelta della leadership delle formazioni partitiche. Non accadde nulla.

Oggi, a guardare indietro, possiamo dire di aver vinto una battaglia culturale come l’introduzione dello strumento delle primarie quale modalità di selezione della leadership, che a ben vedere è uno dei problemi della riforma elettorale.

Come movimento civico che fa politica dalla parte dei cittadini e non nei partiti ci interessa che alcuni processi siano stabilmente presenti nella nostra società, Non ci interessa chi vince. Ci interessa che chiunque possa partecipare attivamente a percorsi di cambiamento della società italiana,  ci interessa che la partecipazione e l’attivismo civico siano la rappresentazione plastica di un modo di essere della società, ci interessa che in questo paese la partecipazione non sia usata contro ma per. Non vogliamo meno politica. Vogliamo più cittadini attivi.

Resta inteso che quando si svolgeranno le primarie del centrodestra daremo loro altrettanto risalto perché vogliamo comprendere quali sono gli assi portanti di ciascuna proposta politica.

Non ci sono pervenute le risposte dell’onorevole Bersani. Ce ne dispiace. Qualora dovessero arrivare sarà nostra premura inserirle in questa pagina.

  1. Cosa sono le Primarie per lei? Quale il loro significato e la loro prospettiva?

    TABACCI  Le primarie sono una prova di democrazia e un segno di vitalità del Paese. Sono uno strumento che deve aiutarci a creare le condizioni per dare un nuovo governo di centrosinistra all’Italia. Un governo serio, responsabile, che guardi all’Europa come ad un approdo sicuro e definitivo, che dica la verità agli italiani e non li prenda in giro come hanno fatto i pifferai di ieri e come vorrebbero fare quelli di oggi: e la verità è che il Paese avrà bisogno di anni per uscire definitivamente dalle sabbie mobili in cui è finito. Ma può farcela: abbiamo ancora molte risorse. Solo che sono nascoste, sottratte: dopo anni in cui hanno pagato sempre e solo i soliti noti è ora che paghino anche coloro che finora si sono sottratti. Mi riferisco agli evasori fiscali. Contro di loro dovremo essere durissimi. Si sono presi troppo, è ora che restituiscano il dovuto al Paese per farlo ripartire. Con un sommerso di quasi il 25% del Pil non è vero che non possiamo tornare a guardare al futuro con ottimismo: le risorse per farlo, senza pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini onesti, ci sono. Vanno prese quelle.
    PUPPATO  Le primarie sono una grande prova di democrazia partecipativa, un'occasione unica per i cittadini di scegliere chi, e con quali idee, li rappresenterà al governo del paese. Per molti anni si è detto di non capire quale sia il programma del PD, i contenuti fondamentali, le direzioni di marcia che aveva in mente per portare l'Italia fuori dal pantano in cui l'aveva condotta il centrodestra. Oggi, all'interno di questa competizione, le nostre idee sono ben in evidenza, i cittadini possono rendersi conto che i contenuti non mancano, anzi sono ricchi. Grazie alle primarie riusciamo a parlare al paese e iniziamo così la vera e propria campagna elettorale per le politiche di primavera. Mi pare una bella prospettiva tanto che per una volta dettiamo noi l'agenda e il centrodestra ci segue.
    VENDOLA Le primarie sono uno straordinario processo democratico se vengono vissute come momento di confronto sui temi, sulla vita delle persone. Le primarie hanno un senso se non sono un concorso di bellezza fra i candidati, ma se hanno il coraggio di nominare le ragioni della sofferenza delle persone, generate dalla crisi e se attivano processi di condivisione e di partecipazione con le comunità. I Comitati per Nichi sui territori,  ad esempio, stanno svolgendo questa funzione di attivazione di competenze per ricevere contributi utili alla definizione del programma.
    RENZI Sono le fondamenta, l’elemento costitutivo del Pd. Il mio modello di Pd è quello di un partito leggero dove sono i cittadini con le primarie a decidere la linea del partito, perché è finita stagione delle segreterie politiche.

  2. Perché si candida alle Primarie?

    TABACCI Per contribuire con la posizione che rappresento, una posizione di centro, a dar vita ad una coalizione forte di centrosinistra, che sappia esprimere una solida cultura di governo. L’esempio è quello di Milano, dove con Pisapia stiamo portando avanti un’esperienza di governo della città di centrosinistra che ha segnato una netta discontinuità rispetto alle gestioni precedenti. Se ci siamo riusciti a Milano, possiamo riuscirci anche nel paese, risollevandolo dalle macerie di venti anni di berlusconismo.
    PUPPATO Per contagiare la politica e l'economia italiana con “un'altra idea di mondo”, fondamentale per uscire dalla crisi e per riconquistare la fiducia dei cittadini verso la classe dirigente di questo paese.All'inizio della campagna per le primarie io mi sono resa conto che si profilava uno scontro a due che sarebbe stato improduttivo. In molti mi dicevano che non sarebbero andati a votare né alle primarie né dopo. L'astensionismo crescente del nostro paese mi preoccupa molto, credo che a lungo andare possa incrinare la democrazia e fare qualcosa per cambiare questo scenario credo sia dovere di tutti. Così ho accolto con favore l'invito di quanti, conoscendomi, mi chiedevano di scendere in campo, di contaminare il terreno delle primarie con un'altra idea di mondo e delle politiche che servono a realizzarlo. E ho pensato: se la mia presenza, le mie idee serviranno a riportare entusiasmo e a suscitare partecipazione nelle persone deluse, allora ne sarà valsa la pena.Tra l'altro, ufficiali o no, tutti i candidati di cui si parlava nei primi giorni della campagna erano maschi, il genere femminile ancora una volta non era rappresentato per nulla. Anche questa è una battaglia giusta per cambiare cose in Italia.
    VENDOLA Per far vincere. Per far vincere Laura di Ferrara che con una laurea, un master e un dottorato, lavora in paninoteca; per far vincere Fabio che ha una piccola impresa in Veneto e che pur di pagare i suoi dipendenti rinuncia alla sua parte; per far vincere la signora Claudia, che ha un figlio non autosufficiente e che è stata costretta a lasciare il suo lavoro per poterlo accudire, perché per lo Stato il problema non esiste. Mi candido per tutti i loro, e per i tantissimi italiani che dalla crisi e da 30 anni di malgoverno ne stanno uscendo con le ossa rotte.
    RENZI  Prima di tutto perché credo sia venuto il momento, per una generazione di amministratori locali, di mettersi in gioco e provare a cambiare l’Italia. La ‘rottamazione’ non è un fatto anagrafico ma politico, non significa fare a meno del passato ma mandare a casa quei politici che da venti anni sono sempre lì. Adesso cambiamo il paese.

  3. Quali sono i punti che lei considera salienti e non trattabili della sua proposta politica?

    TABACCI E’ evidente che non possiamo prescindere da quanto fatto sino a questo momento dal governo monti. La credibilità che il paese ha recuperato non può essere nuovamente messa a rischio. Sarà opportuno certo rivedere alcune questioni, ma non dobbiamo dimenticare il punto in cui eravamo: a dicembre di un anno fa non eravamo più in condizione di pagare gli stipendi agli statali. Dico questo a ragion veduta. Per cui eravamo davvero già nelle condizioni della Grecia. L’arrivo di monti ci ha salvato all’ultimo istante utile. Non conviene agli italiani tornare indietro. Ecco perché devono scegliere se farsi male da soli con l’antipolitica o cercare, sia pure tra mille difficoltà, di uscire definitivamente dal pantano in cui ci hanno cacciato gli anni di Berlusconi.
    PUPPATO Le mie idee in fatto di politica industriale che deve essere coniugata fortemente alla green e blue economy. L’innovazione, da un lato, e la valorizzazione dell’ambiente dall’altro sono le nuove strade da seguire, tenendo conto che a ogni problema, a ogni soluzione, bisogna guardare in termini strategici, secondo il detto: “agisci localmente, pensa globalmente”.
    Poi la valorizzazione e regolarizzazione di donne e giovani nel mercato del lavoro, soggetti che oggi per la maggior parte sono privi di tutele e in balia dell'incertezza. Donne precarie che rimandano all'infinito il lor diritto alla maternità e ragazzi impossibilitati a costruirsi un futuro indipendente dalle famiglie d'origine. Occorre introdurre misure controllate di flessibilità che soddisfino le necessità aziendali senza tuttavia pregiudicare gli interessi dei lavoratori. La strada da seguire è quella della gradualità della tutela: più lungo è il periodo di lavoro, più stabile diventa l’impiego.Va comunque riformata completamente la normativa sui contratti a termine, abolendo tutti quelli in vigore e creandone uno soltanto, ben strutturato, destinato alle attività di durata davvero limitata.Da ultimo la riforma della politica: stabilire un tetto preciso al finanziamento pubblico ai partiti, rafforzare il sistema della trasparenza, dei controlli e delle sanzioni, rompere le connivenze e le complicità politiche con la criminalità organizzata. Per essere ammessi alle candidature a tutti i livelli bisogna essere incensurati. Fare una legge sul conflitto d'interessi.
    VENDOLA L’Italia è il paese dei privilegi per pochi e non dei diritti per tutti. Penso a tutte quelle coppie che in questi anni hanno sognato di avere un figlio e che non hanno potuto a causa di una legge iniqua che vieta la fecondazione assistita eterologa. Solo chi ha a disposizione risorse è potuto andare in altri paesi europei. E’ giunto il momento che tutte le persone siano cittadini italiani e cittadini europei a pieno titolo. I diritti non sono negoziabili, né trattabili. I diritti o valgono per tutti e sono interi, o semplicemente non sono. Abbiamo bisogno di uguali diritti per tutti: diritto all’amore, diritto ad un lavoro stabile, diritto ad una vita dignitosa. Altri due punti non trattabili sono il rilancio del sistema pubblico di formazione e la conversione ecologica della nostra economia.
    RENZI  Il rinnovamento (che in base allo statuto del Pd prevede un massimo di tre mandati); i provvedimenti anti-casta, necessari per restituire dignità alla politica, come il dimezzamento del numero dei parlamentari e degli stipendi, oltre all'abolizione dei vitalizi; la riforma del lavoro, indispensabile per dare più opportunità e più tutele soprattutto ai più giovani (come appunto con la flexsecurity); e la trasparenza, cioè - come facciamo già al Comune di Firenze – l'obbligo di mettere tutte le fatture on line.

  4. La distanza del mondo della politica dalla vita concreta dei cittadini in tempo di crisi: come pensa di affrontare la questione?

    TABACCI Ritengo che sia opportuno procedere ad una serie importante di tagli dei costi della politica (province regioni, stipendi), ma prima ancora credo che la sobrietà debba tornare ad essere il modello al quale una politica seria e per bene deve ispirarsi. I costi della politica vanno abbattuti radicalmente, ma dobbiamo anche fare attenzione a non essere demagogici. Quando Renzi propone di eliminare completamente il finanziamento pubblico ai partiti è necessario che i cittadini sappiano che in quel modo saranno solo rappresentati dai ricchi. Non mi sembra una grande trovata. Io sono per ridurre drasticamente i finanziamenti pubblici ai partiti che in questi anni sono stati scandalosamente moltiplicati: infatti ho proposti di devolverli per la metà alla ricerca con appositi emendamenti alle leggi di stabilità degli ultimi anni. Proposte che sono state regolarmente bocciate da maggioranze ampie e molto trasversali… ma un conto è ridurli notevolmente, un conto è cancellarli e aprire la strada a una politica fatta solo da chi se lo può permettere. Non è questa l’idea di partecipazione che ho io.
    PUPPATO Per riconquistare la fiducia dei cittadini serve impegno concreto e trasparenza, bisogna scendere in campo e sporcarsi le mani con l'umiltà di chi è davvero al servizio del bene pubblico.  Bisogna che ci ricordiamo che la politica la fanno gli uomini e le donne, non è una cosa astratta. Paradossalmente accusando la “casta” creiamo una distanza che mette i politici su un piedistallo dorato e fa sentire tutti gli altri troppo in basso per poter cambiare le cose. Dobbiamo rovesciare questa visione delle cose. La gran parte di chi siede oggi in parlamento è lì da troppo tempo. Un tempo che irrigidisce lo sguardo, allontana dalla realtà più cruda della quotidianità che vivono gli italiani in questi tempi difficili. Sicuramente è necessario un ricambio salutare. Stare per troppi anni nello stesso luogo di potere crea dei legami naturali che a volte invischiano e non sono sempre salutari per la democrazia. Io sono convinta che quello che non si è fatto in 10 anni probabilmente non si riuscirà a fare più, quindi meglio lasciar provare ad altri, con altre formazioni, altre idee.
    VENDOLA Credo innanzitutto sia necessario riconnettere la politica alla vita. E questo accade solo se la politica incrocia le esigenze di cambiamento che i cittadini esprimono. La questione dei diritti, per esempio, è un punto di cui i politici e il Parlamento non si occupa, ma che è dirimente nel rapporto fra politica e cittadini.Se la politica non riesce a garantire pari diritti per tutti, se la politica non riesce a difendere l’economia reale dall’aggressione dell’alta finanza e degli speculatori, allora la politica non serve a nulla e viene percepita come distante. E poi c’è un altro dato su cui riflettere: la necessità di smantellare le tante caste che oggi in Italia bloccano il sistema e sembrano vivere in un mondo a parte rispetto alle persone. Ho già avanzato diverse proposte in tal senso: definiamo un tetto agli stipendi di politici e manager, che non sia superire a 10 volte lo stipendio medio di un italiano;  mettiamo un tetto di spesa alle campagne elettorali come si fa in Francia; attiviamo controlli severi da parte della Corte dei Conti sui bilanci dei partiti, esattamente come accade per le imprese e i cittadini e vietiamo ai partiti di fare operazioni nel campo della finanza e dell’edilizia. Un partito deve occuparsi di organizzare la democrazia, non di investire e accrescere i propri patrimoni.
    RENZI  Con i provvedimenti anti-casta, con le primarie per coinvolgere tutti nella scelta del gruppo dirigente, con la riforma elettorale che metta fine al “porcellum” e porti ad un sistema che dia la certezza di sapere subito chi sarà il vincitore delle elezioni.

  5. Spesso si usa il termine “società civile” per definire le realtà più diverse. Cosa intende lei per “società civile”?

    TABACCI La società civile siamo tutti noi. Non c’è una vera distinzione tra società civile e politica perché, perfino con la legge elettorale attuale, è difficile non ritenere che vi siano molte affinità in negativo tra eletti ed elettori. Ricorda quando all’inizio della Seconda Repubblica si parlava di fare spazio alla società civile per sostituire la classe politica corrotta della Prima Repubblica? Ebbene il risultato è sotto gli occhi di tutti: abbiamo fatto posto alla società civile e oggi ci troviamo alla fine di una Seconda Repubblica infinitamente peggiore della Prima. Per cui serve un esame di coscienza da parte di tutti: politici e non. Siamo tutti sulla stessa barca: il tempo delle furbizie è finito. Ma è finito per tutti, non solo per i politici
    PUPPATO Considero società civile quella larga fetta di cittadini impegnati per il bene comune, spesso in modo totalmente volontario. La società di oggi è dinamica, si auto-organizza e il settore no-profit risponde frequentemente alle domande che lo stato lascia inevase, sostenendo una parte non solo sussidiaria di welfare. Si tratta di una società intelligente, che spinge le persone a mettersi insieme per dare risposte sociali importanti che la politica deve sostenere, a mio parere non con interventi a pioggia ma con sgravi fiscali. Lo stato deve erogare e sostenere progetti, ma anche riconoscere il lavoro sociale e premiare fiscalmente quello che viene prodotto. Questi concetti li trovate espressi anche nel mio programma ufficiale alla voce welfare.
    VENDOLA Si potrebbe aprire un vero e proprio dibattito sulla definizione di società civile e sul rapporto fra questa e la politica. Credo che ci siano molte realtà che vengono definite “società civile” solo per distinguerle dal mondo politico, ma che di “civile” hanno ben poco. Negli ultimi anni in cui si è condensato uno sentimento antipolitico, si è ceduto alla tendenza della mistica della cosiddetta società civile, senza considerare che molto spesso la società è lo specchio di una classe politica. Credo quindi che debbano essere definite società civile quelle realtà che sono portatrici di passioni civili sane, di energie intellettuali. Sono società civile quelle soggettività organizzate e non che provano a modificare in positivo i contesti in cui agiscono, anche proponendo forme inedite di vivere collettivo. La società civile cui faccio riferimento è quella che riesce a rompere il monopolio delle caste ed è foriera di saperi, di modelli di società, di sviluppo, di economia. Persino di stili di vita diversi.
    RENZI  Ho detto spesso che deve finire l’idea di chi fa politica per tutta la vita, che può essere solo parentesi: un impegno per qualche anno. Se così sarà, la società civile e la politica non saranno più due mondi contrapposti.

  6. Cosa è per lei la sussidiarietà?

    TABACCI .  La sussidiarietà per me è la partecipazione diretta dei cittadini nelle scelte che coinvolgono interessi pubblici. Laddove lo Stato non arriva, può e deve arrivare la società civile attraverso la sussidiarietà.
    PUPPATO A mio avviso è la partecipazione responsabile dei cittadini alla costruzione del  futuro comune del nostro paese. Non può essere la politica romana ad alzare l'indice di giustizia sociale di cui l'Italia ha bisogno, a pensare politiche ottimali uguali per tutti: dalla Sicilia al Friuli. Le buone pratiche che innescano meccanismi virtuosi nascono alla base di un sistema, spesso nei comuni, gli enti più vicini alla gente. Nel mio piccolo, come sindaco di Montebelluna, ho cercato di attivare moltissimi meccanismi di partecipazione attiva. Ho voluto un’amministrazione trasparente, costantemente in ascolto delle associazioni di categoria e di volontariato, delle famiglie e dei cittadini che, coinvolti in gruppi di lavoro tematici sviluppavano idee e progetti che realizzavamo insieme. L'Italia si salva dalle macerie che oggi conosciamo se saremo in grado di valorizzare l'unica vera e grande risorsa che abbiamo: il capitale umano e sociale, i cittadini: donne,giovani, anziani, le loro idee e le loro capacità.
    VENDOLA La sussidiarietà è uno dei principi cardine della nostra Costituzione, che ci ha consentito di costruire negli anni un modello di società basato su servizi vicini ai cittadini, per cui, per dirlo in termini molto semplici, il più grande aiuta il più piccolo, quando il più piccolo non è in grado di offrire servizi autonomamente. Il federalismo leghista ha rischiato di distruggere questo principio e tutt’oggi, con le politiche di tagli al welfare e ai servizi pubblici essenziali, rischiamo di vedere in frantumi le competenze degli Enti locali. Mai come in questo momento, quindi, credo sia urgente e necessario incentivare la sussidiarietà orizzontale, che in Italia può contare sull’aiuto e sul lavoro di numerose associazioni di volontariato, che possono coadiuvare le funzioni delle istituzioni. In Puglia abbiamo attivato molte esperienze in tal senso.
    RENZI  Una grande opportunità per modernizzare lo stato avvicinando le decisioni ai cittadini e valorizzando le esperienze migliori di buon governo locale.

  7. Quali azioni intende mettere in campo per ampliare la partecipazione dei cittadini alla politica?

    TABACCI  La mia impressione è che ci sia già una maggiore volontà di partecipazione, di trasparenza, anche grazie all’utilizzo di internet. Ora è importante convogliare questa voglia di partecipazione non verso la protesta fine a se stessa, che può essere liberatoria ma poi si rivela sterile, e nemmeno verso l’ennesima delega in bianco a nuovi salvatori della patria. Partecipare non significa solo indignarsi o protestare di tanto in tanto. Significa essere preparati, studiare, cercare di mettere a disposizione le proprie competenze per il bene comune.
    PUPPATO I cittadini sono sempre più lontani dalla politica perché i politici e i partiti sono stati in questi anni troppo chiusi nelle “segrete stanze”, decidendo in proprio troppe cose fastidiose per “noi” cittadini normali. Parlo dei costi della politica che vanno tagliati in maniera forte se vogliamo recuperare credibilità, parlo della corruzione da debellare se vogliamo che non si continui a dire che “sono tutti uguali”, della trasparenza necessaria, dell'urgenza di cambiare una legge elettorale che non ci ha permesso di scegliere  i nostri rappresentanti attraverso primarie o preferenze. Le liste chiuse di candidati decisi a Roma hanno fatto in modo che i politici non fossero necessariamente legati ad un territorio di riferimento li ha liberati dal dover rendere conto. Questo non è lo scenario in cui i cittadini di buona volontà voglio prendere parte. E' necessario perciò aprire e riformare i partiti, attuare quelle riforme chieste a gran voce dalla gente. Ricominciare dal basso, dalle persone comuni che ancora oggi non smettono di credere che un'altra Italia è possibile. I grandi cambiamenti non avvengono grazie a grandi uomini o donne. Avvengono grazie all'impegno di molti. Se riusciremo a parlare a quella moltitudine che oggi è giustamente delusa innescheremo un meccanismo democratico e virtuoso che cambierà il nostro paese.
    VENDOLA Ho intenzione di replicare il modello pugliese. Sapete bene che con la vostra associazione, e con molte altre associazioni, abbiamo attivato in questi anni percorsi di partecipazione democratica alla vita delle istituzioni, che hanno consentito un’attivazione senza precedenti e hanno aiutato le istituzioni a qualificare la proposta politica. Abbiamo avviato il progetto C.A.S.T., una scuola di partecipazione; abbiamo scritto il Patto della Salute con la partecipazione di numerose associazioni che hanno coinvolto circa 20.000 cittadini in tutta la Puglia; abbiamo attivato esperienze di Audit Civico nelle ASL pugliesi per cercare di umanizzare i percorsi di cura e stare vicini alle necessità dei cittadini. Tutte esperienze uniche nel panorama italiano. Sono certo che si possano e si debbano replicare forme di governo partecipato di questo tipo, anche a livello nazionale. Sarebbe un punto di rottura fondamentale con il recente passato italiano, in cui il governo del paese era fondato sul “ghe pensi mi”. Una logica che ha prodotto solo disastri.
    RENZI  Ho già detto delle primarie e della trasparenza degli atti della pubblica amministrazione. Ricordo poi che come sindaco ho promosso iniziative di coinvolgimento e di partecipazione diretta come i “100 Luoghi”, cioè assemblee popolari dove abbiamo illustrato quartiere per quartiere, piazza per piazza, i progetti dell’amministrazione e il loro stato di avanzamento. In alcuni casi il confronto con i cittadini sui singoli progetti ci ha portato a cambiare idea. Lo stesso può essere riprodotto, con modalità differenti, anche a livello nazionale.

  8. La sua ricetta per cambiare il paese: indichi su quali risorse intende fare leva?

    TABACCI Come ho già detto dobbiamo andare a colpire duramente l’evasione fiscale, rivolgerci a quella parte della popolazione che non sente la pressione fiscale perché le tasse tanto non le paga. Lì ci sono le risorse che sono mancate in tutti questi anni al paese per dotarsi di sistemi infrastrutturali (penso alle autostrade, ma anche alla banda larga, allo sviluppo dei trasporti su rotaia) e di servizi adeguati. Occorre poi allargare la base produttiva per assicurare nuovi posti di lavoro stabili. Il lavoro non si crea per decreto né si riduce ad elemosina con i lavori socialmente utili. E’ figlio di una ripresa solida del processo di sviluppo. E questa richiede ancora una volta serietà e cultura di governo. Non spot o slogan.
    PUPPATO Cambiamo il pese combattendo la disoccupazione e la mia ricetta è proporre un nuovo paradigma dello sviluppo. Bastano pochi dati per capire il valore di quanto sostengo: nel 2001circa il 30% delle assunzioni non stagionali programmate complessivamente dalle imprese del settore privato ha interessato figure professionali legate alla sostenibilità. La rivoluzione verde già oggi interessa il 23,6% delle imprese industriali e terziarie con almeno un dipendente che tra il 2009 e il 2012 hanno investito o investiranno in tecnologie e prodotti green. Si tratta di 360mila imprese. E ancora. Cambiamo il paese combattendo gli abusi edilizi, decidendo che non è più il tempo del cemento e investendo nell'unica grande opera pubblica urgente: la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idrogeologico. Servono misure di manutenzione e di adattamento al cambiamento climatico che attiverebbero anche investimenti, imprese e lavoro, con ricadute su diverse altre attività come l’agricoltura e il turismo. Un piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio costa 40 miliardi di euro, 2,5 punti di Pil, un investimento che, se inserito in un piano organico di prevenzione, si ripagherebbe ampiamente grazie alla minore dannosità degli eventi catastrofici. La riforma fiscale è l'altra grande sfida che ci attende. Serve subito una legge per ripristinare il reato di falso in bilancio, occorre tassare i grandi patrimoni ed i capitali esportati clandestinamente e punire con il carcere l’evasione fiscale, che è un reato gravissimo. Occorre, invece, abbassare le tasse al più presto a chi effettivamente oggi paga troppo e sono famiglie e lavoratori delle classi più povere.
    VENDOLA Gli ultimi 30 anni sono stati caratterizzati da un fenomeno massiccio e massivo: la ricchezza degli stati si è spostata dal lavoro alla rendita. La politica è stata ingabbiata nell’assunto ideologico secondo cui dal denaro si genera nuovo denaro e in virtù di questo assioma, si è colpevolmente deciso di mollare le briglie dell’alta finanza e della speculazione, di ridurre le tutele e il valore economico-sociale del lavoro e di tagliare tutte le spese considerate improduttive, come il welfare. E allora, il cambiamento non può che prendere avvio dal ribaltamento di questa logica:  chi più ha, più deve contribuire. Penso ad una riforma del fisco che sia realmente equo e progressivo; penso ad una imposta patrimoniale; penso alla tassazione delle transazioni finanziarie. Inoltre, ho in mente una guerra senza quartiere per combattere la corruzione, le mafie e l’evasione fiscale, che bruciano ogni anno centinaia di miliardi di euro. E’ necessario, ad esempio, far emergere i capitali italiani in paesi come la Svizzera, senza pensare ad alcuna forma di condono.
    RENZI  Ci sono tanti pezzi di paese che funzionano, basta riproporre queste esperienze a livello nazionale. Noi diciamo no alle ricette astratte, ma partiamo dall'Italia che funziona.

  9. Se vince le elezioni, quali saranno le prime tre politiche che intende realizzare subito?

    TABACCI Assicurare continuità alle misure assunte dal governo guidato dal professor monti. Promuovere lo sviluppo in una dimensione europea, ad esempio spingendo perché l’integrazione acceleri: dobbiamo cominciare a rinunciare a porzioni di sovranità nel campo della difesa, dove non hanno più alcun senso 27 eserciti nazionali, che comportano costi insostenibili da un lato e inutili dall’altro. Anche perché vorrei sapere quali sono i confini che dobbiamo preservare: quelli con la francia? Quelli con l’austria? Terzo: avviare una politica di assoluto contrasto all’evasione fiscale per garantire l’equità. Cosa che si può fare ad esempio introducendo il contrasto di interessi tra chi chiede un servizio e chi lo eroga: tutti devono essere posti in condizione di scaricare i costi dei servizi acquistati, in modo da obbligare chi li presta a emettere fattura.
    PUPPATO Sicuramente la riforma fiscale e la riforma del mercato del lavoro sono tra le mie priorità. Ambiti che investono quasi tutti i punti del mio programma. Ma trovo urgentissimo lavorare anche sulla lotta alla corruzione e sulla riforma della politica: l'unico modo per riconquistare la fiducia dei cittadini.
    VENDOLA Come prima cosa, mi lasci dire che varerei una squadra di governo composta per metà da uomini e per metà da donne, come ho fatto in Puglia nel 2010. Subito dopo, prenderei un aereo, andrei in Francia da Hollande, per poi poter andare da Angela Merkel, insieme, a ricontrattare le assurde misure del Fiscal Compact che costringeranno l’Italia a tagliare ogni anno dal 2013 circa 40 miliardi di euro, per pagare il debito creato dall’alta finanza. Inoltre, ripristinerei il fondo per la non autosufficienza, perché è inaccettabile che in un paese moderno non ci siano le risorse per l’assistenza e la cura dei disabili gravi. Infine, farei un taglio netto delle spese militari e dell’acquisto degli aerei di morte F35 e destinerei quelle risorse ad un grande programma di edilizia scolastica, per offrire ai nostri bambini scuole sicure, adeguate alle normative antisismiche e dotate di connettività. Il futuro lo si costruisce a partire dalle giovani generazioni e dal diritto allo studio.
    RENZI  La trasparenza totale degli atti pubblici attraverso il Freedom of Information Act , i provvedimenti anti-casta, la civil partnership.

  10. Perché i cittadini dovrebbero votare per la sua proposta politica?

    TABACCI Perché sono convinto che ci sia bisogno di una politica seria e trasparente, di atti concreti e di una solida cultura di governo che una coalizione come quella di centrosinistra deve esprimere se vuole vincere le elezioni. Non sono uno che racconta favole. Sono un politico che cerca di dire sempre la verità, anche quando è scomoda. Perché questo mi è stato insegnato che bisogna fare. Le favole ce le hanno già raccontate negli anni passati e oggi vediamo quanto è salato il prezzo da pagare per averci creduto.
    PUPPATO Perché è genuina, innovativa sotto tanti punti di vista e soprattutto concreta . L'ho costruita insieme alle persone che mi sostengono, gente comune ed esperti di diversi settori che mi hanno mandato i propri contributi per descrivere il mondo che ci piacerebbe realizzare insieme. Mi piace usare il noi, quando parlo di questa campagna per le primarie che mi vede protagonista.  Girando l'Italia colgo nelle voci di chi incontro tantissima generosità pronta a spendersi per il futuro di questo paese per questo ho scelto per comunicare le nostre idee lo stile senza fronzoli della gente comune, degli amministratori locali, di chi si impegna quotidianamente per il bene comune: persone capaci di dar vita ad un autentico movimento popolare, sano, che sarebbe di vitale importanza per l'Italia. Votare la mia proposta politica significa votare la proposta di queste persone. Io sono solo un candidato, loro il vero cambiamento.
    VENDOLA Perché io sono la polizza assicurativa del popolo del centrosinistra. Perché con me non possono esserci politiche alleanzistiche strane e inefficaci; perché faccio proposte chiare e nette, che superano gli anni del berlusconismo e le politiche del governo Monti e proiettano l’Italia nel futuro. Il futuro di cui ha bisogno il nostro paese è fatto della modernizzazione e della conversione ecologica della nostra economia; di libertà individuali e collettive e di diritti uguali per tutti; di investimento nelle bellezze del nostro territorio, delle giovani generazioni e della nostra storia.
    RENZI  Perché siamo gli unici che vogliono davvero cambiare le cose: Bersani e Vendola hanno già avuto le loro occasioni per cambiare ma hanno fallito. Contro 'l’usato sicuro' noi siamo la speranza vera di cambiamento.

A cura di Elio Rosati

Elio Rosati

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