Il Rapporto Pit Salute fotografa da 15 anni i problemi della sanità vissuta dai cittadini, e costringe tutti, anche quest’anno, a fare un grande esercizio di valutazione delle politiche sanitarie, usando una fonte di informazioni originale, unica nel suo genere, a volte contestata, ma che continua a suscitare curiosità e interesse, per la concretezza, la semplicità e il carico di sofferenza inutile che l’accompagna: storie accadute, fatti segnalati, eventi raccontati anche nei particolari da quei cittadini che hanno un problema e chiedono una risposta.
“Diritti al taglio”- questo è il titolo del Rapporto di quest’anno - rappresenta bene i dati emersi da più di 20.000 segnalazioni provenienti da tutt’Italia e la situazione di estrema crisi avvertita nel nostro Paese.
Si tocca con mano l’impoverimento della sanità pubblica: chiudono servizi, reparti, strutture, si riducono i posti letto, si allungano le attese per visite, esami ed interventi, e le code al pronto soccorso.
La carenza e lo stress del personale sanitario incidono certamente sulle disattenzioni che aumentano e comportano rischi di errori. Crescono le rette per le famiglie e le attese per avere un posto in una struttura residenziale, RSA o lungodegenza, mentre la qualità dell’assistenza lascia molto a desiderare, così come la distanza da casa per i familiari delle persone ricoverate. Per avere l’esito di un accertamento di invalidità, che corrisponde sempre meno alle aspettative legittime dei cittadini, si aspetta 2 anni e mezzo
tra prima visita, verbale ed erogazione dell’indennità prevista. I livelli essenziali di assistenza di fatto non sono più essenziali ma possibili: non sono più ciò che deve essere garantito in modo uniforme, ma ciò che può, forse, essere garantito, con le risorse disponibili.
Purtroppo, dobbiamo prendere atto che non si sta ragionando sul futuro del Servizio sanitario, ma siamo fermi a un sistema modificato spesso per fare cassa, a tutti i livelli, nonostante la presenza in Italia di molte esperienze di successo, innovative, sostenibili e riproducibili. Anche questo mondo delle buone pratiche in sanità – ne abbiamo premiate alcune eccellenti in questa X edizione del Premio Andrea Alesini per l’umanizzazione delle cure - soffre di una crisi di entusiasmo, di idee, di tempo da dedicare all’innovazione. I tagli del personale infatti stanno costringendo i dirigenti
sanitari e impiegare il loro tempo a coprire i turni in corsia, non tanto o non più a ripensare percorsi, adeguare procedure, personalizzare le cure, dare strumenti nuovi per fare meglio e anche per spendere meglio le risorse preziose che restano.