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Editoriali

punto_20_11Il 13 novembre Cittadinanzattiva ha partecipato all'audizione promossa dalla Commissione Sanità del Senato sul Testamento biologico. Il nostro Movimento è stato invitato assieme al Presidente del Comitato nazionale di bioetica, Francesco Paolo Casavola e al Presidente della Federazione degli ordini dei medici, Amedeo Bianco. La posizione che è stata espressa nasce da una lunga riflessione condotta anche in collaborazione con numerose altre associazioni civiche.

Tutti i giorni ci confrontiamo con cittadini che vedono lesi i loro diritti. E crediamo che in situazioni difficili come quelle che affrontano i malati in stato vegetativo o allo stadio terminale di una malattia, i diritti vadano tutelati con forza e sensibilità maggiore. Per questo vogliamo che sia dato riconoscimento al principio dell'autodeterminazione con un atto legislativo sul testamento biologico che tuteli il diritto di ciascuno alla dignità della vita e della fine della vita. La Costituzione garantisce a tutti il diritto alla salute.

Cittadinanzattiva ha preso posizione più volte sull'argomento.

Poco più di un anno fa (ottobre 2007) abbiamo inviato un Appello rivolto alla Commissione Igiene e Sanità del Senato e sottoscritto da altre 17 organizzazioni di cittadini. In esso si affermava: "Siamo molto soddisfatti che in questi giorni parta l'iter parlamentare di discussione del disegno di legge su Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari al fine di evitare l'accanimento terapeutico, che interverrebbe a colmare un intollerabile vuoto legislativo dell'Italia rispetto ad altri Paesi europei. La decisione di dare forza e riconoscimento al principio dell'autodeterminazione con un atto legislativo ha poco a che fare con questioni ideologiche, ma rappresenta un atto dovuto di umanità e civiltà, un modo concreto per tutelare il diritto di ciascuno di noi alla dignità della vita e della fine della vita, al rifiuto o meno di terapie sproporzionate e al riconoscimento delle proprie manifestazioni di volontà".

Il Disegno di Legge a cui ci si riferiva era quello presentato da Ignazio Marino nella scorsa legislatura. Il cambio di Governo ha rallentato i lavori e la discussione, ma la questione è rimasta più che mai aperta. Ne è un esempio il caso eclatante di Eluana Englaro, sul quale è intervenuta la magistratura. Proprio per questo il 1° agosto di quest'anno abbiamo ribadito con forza quanto fosse paradossale la situazione: il Parlamento metteva in discussione gli interventi della Magistratura invocando il conflitto di attribuzione, ma non si assumeva fino in fondo la responsabilità di intervenire direttamente con un atto legislativo che facesse chiarezza.

Oggi i disegni in discussione sono diventati dieci, ma quello più vicino alla sensibilità di Cittadinanzattiva resta quello del Senatore Marino, ripresentato in modo più ampio e sostenuto da circa un terzo dei Senatori; per questo abbiamo chiesto che diventi il testo-base da cui partire per l'elaborato definitivo. Il suo maggiore pregio è quello di aver incentrato tutto sul tema del consenso informato, diventato pratica diffusa ma ancora privo di un riferimento legislativo e di chiarire a chi spetta l'ultima parola in medicina, non solo quando ci si può liberamente esprimere, ma anche quando non si ha la forza di farlo a causa della malattia. Il testo, inoltre, lascia spazio al giudizio del medico, coinvolge i familiari fuori da una logica paternalistica e riconosce un ruolo importante ai Comitati etici. In più disciplina la Rete nazionale delle cure palliative e semplifica l'accesso alla terapia del dolore, allo stesso modo per malati cronici e oncologici, garantendo la migliore qualità di vita e della fine della vita.

Sulle questioni più controverse nella discussione sul testamento biologico e cioè i trattamenti di idratazione e nutrizione artificiali, riteniamo che essi siano trattamenti sanitari, in quanto devono essere praticati mediante tecniche comunque invasive. Ogni tipo di trattamento medico deve essere effettuato con il consenso consapevole del cittadino, quindi anche queste metodiche sono da includere fra le procedure su cui il cittadino può esprimersi anticipatamente nel testamento biologico. Comprendiamo le motivazioni personali e le paure derivanti da tale inclusione, ma è impossibile distinguere queste metodiche dalle altre e sottrarle al consenso del cittadino. Nel corso dell'audizione Amedeo Bianco a nome dell'Ordine  dei medici ha espresso la medesima posizione, così come ha fatto Casavola.

Per ciò che riguarda l'obiezione di coscienza per i medici, riteniamo che sia legittimo che un medico possa avere difficoltà a "staccare la spina", anche se nella gran parte dei casi il passaggio tra la vita e la morte avviene con metodi ben più dolci e umani. In questo caso non serve legiferare introducendo procedure burocratiche e aprendo la strada ad abusi, ma usare il buon senso e rispettare nei fatti la volontà del medico. Negli Stati Uniti i sanitari che si trovano in queste difficoltà chiedono di norma l'aiuto e la sostituzione di altri colleghi. La classe medica italiana è sufficientemente matura per attenersi a queste regole deontologiche. Anche su questo si è trovata una grande sintonia con l'Ordine.

Si è infine posta la questione dell'eutanasia, a seguito di una richiesta di un senatore PD di area radicale. Cittadinanzattiva su questo ha espresso una posizione, largamente condivisa dagli altri due invitati. Noi non ci siamo mai schierati a favore dell'eutanasia, nelle sue varie forme, né si è sviluppato un dibattito su questo tema all'interno della nostra organizzazione. Riteniamo comunque che il tema non sia all'ordine del giorno, in un paese nel quale si è fatta ancora poca strada nel rispetto del malato nei momenti più tragici della sua vita. Poca terapia del dolore, poche cure palliative, scarso aiuto ai parenti, assistenza domiciliare carente, un diritto al dialogo e all'informazione ancora deficitario e così via. Prima di qualsiasi discorso sul tema, ci aspettiamo una buona legge sul testamento biologico e un corretto trattamento dei malati terminali o con gravi malattie degenerative.

Teresa Petrangolini
Segretario generale

Redazione Online

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