Sostienici, non lasciare i tuoi diritti solo sulla carta. Con questo slogan si è chiusa domenica 12 dicembre la settimana di raccolta fondi a favore del nostro Tribunale per i diritti del malato sui canali della RAI.
E' stata la nostra prima esperienza del genere, dopo trent'anni di attività, e sebbene i risultati economici non siano stati esattamente esaltanti (i dati ufficiali saranno diffusi nei prossimi giorni), per noi ha rappresentato un momento davvero importante.
Abbiamo testato non solo la capacità della nostra “macchina organizzativa” di fare fronte a questo appuntamento, ma sperimentati i tanti piccoli ostacoli che si devono superare per portare a casa un risultato gratificante, nell'interesse di tutti.
Ostacoli che ovviamente non riguardano Cittadinanzattiva, ma che accomunano le tante organizzazioni senza scopo di lucro decidono di scommettere su questa modalità di raccolta fondi.
Molti di voi avranno letto della decisione di ricorrere contro la scelta degli operatori di telefonia che, solo perché siamo una associazione di consumatori, hanno deciso di negarci l'assegnazione di un sms solidale. E' inutile nascondere che questa decisione ha fortemente inciso, in senso negativo, sulla raccolta fondi, perché i cittadini, piuttosto che comporre e inviare un sms dal loro telefonino, hanno dovuto accedere al nostro spazio internet e donare con carta di credito, o contattarci telefonicamente, raccogliere i nostro dati, e successivamente recarsi ad uno sportello per fare una donazione con bollettino postale o bonifico bancario.
Come potranno giudicare i cittadini una azienda telefonica che rifiuta un sms solidale proprio ad una organizzazione che tutela i diritti dei loro clienti?
Vedremo, nelle prossime settimane, se i ricorsi presentati alla Autorità di garanzia nelle comunicazioni e alla Autorità garante della concorrenza e del mercato daranno i risultati da noi sperati, censurando questo comportamento a nostro parere lesivo, e permettendo anche alle organizzazioni di tutela dei consumatori come noi di non vedersi preclusa a priori questa opportunità.
Abbiamo anche avuto l'opportunità, grazie alle trasmissioni che ci hanno voluto sostenere, di arrivare ad un pubblico di cittadini che non sapevano della nostra esistenza, e che sono stati incuriositi e ci hanno contattati. Ovviamente, il nostro primo ringraziamento va a tutti quelli che hanno deciso di destinare una donazione, anche se piccola, alla nostra raccolta fondi che, vale la pena di ricordarlo, è stata svolta a favore del potenziamento del nostro Pit, il Progetto integrato di tutela che è gratuitamente a disposizione delle persone.
Ma, come dicevo all'inizio, sono stati molti anche gli ostacoli. Tra questi, il ruolo di “ostacolo” di alcuni funzionari del servizio pubblico, probabilmente a causa di disinteresse o presunta “superiorità” se non mancanza di professionalità, accanto al quale abbiamo registrato una enorme disponibilità non solo del Segretariato Sociale e dei professionisti che si interfacciano per lo stesso con le organizzazioni non profit, così come di autori, produttori esecutivi e conduttori e, in alcuni casi, direttori di testate.
Tra le trasmissioni televisive che ci hanno dato spazio ringraziamo Uno Mattina, Bontà Loro, Occhio alla spesa, Geo & Geo, Alle falde del Kilimangiaro, Mattina in famiglia, Quelli che il calcio, La Domenica sportiva.
Tra quelle radiofoniche: Il ruggito del coniglio, La Radio ne parla, Tornando a casa. Oltre a questi, un ringraziamento anche a tutti i siti e i periodici che ci hanno ospitati e che potrete vedere nella nostra rassegna stampa.
Questa esperienza è per noi una nuova sfida superata sì, ma che, se avremo la possibilità anche il prossimo anno, cercheremo di affrontare sempre meglio, nell'interesse non solo della nostra organizzazione e delle migliaia di volontari che ogni giorno si spendono nell'interesse dei cittadini, ma soprattutto a favore della tutela di quei diritti ancora troppo spesso calpestati, e che richiedono una cittadinanza attiva forte e consapevole.
In chiusura, vale la pena citare una dichiarazione ricevuta da un collaboratore dell'ufficio stampa, al telefono con la segretaria di produzione di alcune trasmissioni. Questa gentile signora, infastidita da domande tipo: “ma ci sa dire se andremo in onda? Scusi, ma come altre attività se questa settimana la nostra è l'unica raccolta fondi? Altre organizzazioni?” è stato apostrofato con un “lei fa troppe domande, è insolente”. Bene, non preoccupatevi, questo stile ce lo abbiamo nel DNA. Non dubitate, continueremo ad essere insolenti, e a chiedere risposte chiare tutte le volte in cui i nostri interlocutori non vorranno darle.
Alessandro Cossu
Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione