Fibromialgia, l’indagine rivela poca trasparenza e troppe differenze regionali. Cittadinanzattiva, AISF - Associazione Italiana Sindrome Fibromiagica, Associazione Fibromialgici Libellula Libera APS e CFU Comitato Fibromialgici Uniti-Italia Odv: “Chiediamo l’erogazione dei fondi previsti dalla legge e l’inserimento nei LEA”
Non rispondono all’istanza di accesso civico generalizzato Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Puglia. Sulla ripartizione delle somme destinate a studio, diagnosi e cura della fibromialgia, informazioni complete solo da 7 Regioni. In 15 rispondono ma solo 13 Regioni indicano dove si trovano i centri per diagnosi e cura. In nessuna Regione le Associazioni sono coinvolte.
L’indagine condotta da Cittadinanzattiva - nel 2022 e nei primi mesi di quest’anno - rivela che c’è ancora molto da fare per dare risposte concrete ai bisogni di salute delle persone affette da fibromialgia e dei loro familiari e garantire un equo accesso alle cure e in maniera uniforme su tutto il territorio. All’indagine (5 domande inviate con la procedura di accesso civico generalizzato) hanno risposto tutte le regioni, ad eccezione di Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Puglia. La Regione Campania ha fornito una risposta interlocutoria che riferisce che è tutto in fase di programmazione. Per Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Sardegna e Toscana, risposte molto complete in termini di informazioni riportate. Basilicata, Liguria, Lombardia, Molise, Umbria, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto hanno riportato poche indicazioni. Tutte le Regioni comunicano di aver inoltrato la richiesta di accesso ai fondi stanziati. Le Regioni Lazio, Marche, Piemonte e Toscana hanno dato indicazione sulla ripartizione dei fondi, insieme a Emilia-Romagna e Sardegna che hanno anche fornito dettagli numerici. Solo 13 regioni (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto) oltre ad aver individuato il centro o i centri per diagnosi e alla cura della fibromialgia, hanno anche specificato quali sono e dove si trovano.
Questi sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine condotta da Cittadinanzattiva sull’impiego e la destinazione dei fondi dedicati allo studio, alla diagnosi e alla cura della fibromialgia e rivolti alle Regioni. Il contesto normativo è attualmente in stallo: nonostante la legge di Bilancio 2022 abbia istituito un Fondo per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia - con una dotazione di 5 milioni di euro per il 2022 – e nonostante un decreto successivo lo abbia ripartito tra tutte le Regioni (con l'esclusione delle Province autonome di Trento e di Bolzano) nessuna di esse ha di fatto ricevuto la propria quota. Secondo la legge, comunque, le Regioni sono tenute, dallo scorso dicembre 2022, ad individuare sul proprio territorio uno o più centri specializzati, per la gestione delle persone con fibromialgia e in grado di assicurare ai pazienti una presa in carico multidisciplinare.
Nell’analizzare le risposte fornite dalle Regioni, Cittadinanzattiva constata un generale ritardo sul tema della trasparenza da parte delle pubbliche amministrazioni che, nella gran parte dei casi, sembrano considerare la risposta alla richiesta di informazioni, attraverso lo strumento dell’accesso civico generalizzato, come mero adempimento formale. Particolarmente grave è il caso delle Regioni Calabria, Friuli Venezia Giulia e Puglia perché, in questi casi, non è chiaro se l’assenza di risposta all’accesso civico corrisponda ad una mancata richiesta dei fondi dedicati (con la diretta conseguenza di non poter erogare prestazioni e servizi a beneficio dei cittadini affetti da fibromialgia e quindi favorendo difformità di cura rispetto ad altri territori. Dall’indagine si rileva chiaramente anche il mancato coinvolgimento, o il coinvolgimento molto parziale delle organizzazioni civiche e delle associazioni di pazienti, sia nella definizione di PDTA regionali sulla sindrome fibromialgica, sia nella predisposizione di percorsi assistenziali multidisciplinari che consentano anche agli specialisti di avere un corretto approccio alla cura e alla diagnosi della malattia.
“I dati di questa indagine - dichiara Tiziana Nicoletti, Responsabile del Coordinamento nazionale Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva - sono essenziali per riflettere su quanto ancora ci sia da fare per rispondere fattivamente alle richieste di salute e assistenza dei cittadini affetti da fibromialgia e dei loro caregiver. Per questo chiediamo alle Istituzioni di impegnarsi per cambiare la situazione attuale: innanzitutto bisogna erogare subito i fondi che la legge prevede, in modo che le Regioni possano organizzare e attivare i vari servizi sul piano territoriale. Non basta: è anche imprescindibile e doveroso che il Ministero risponda concretamente ai cittadini che attendono dal 2018 - anno in cui la Commissione permanente sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) ha dato parere favorevole - aggiornando i LEA e inserendo la fibromialgia tra le malattie croniche riconosciute. Come Cittadinanzattiva e Coordinamento nazionale Associazioni dei Malati Cronici, proseguiamo il nostro impegno nel voler garantire maggiore e migliore accesso alle cure in maniera uniforme, al fianco dei cittadini e, in dialogo con le Istituzioni, anche con il monitoraggio su qualità ed esiti di salute, una volta che i fondi saranno stati assegnati.”
La sofferenza dei cittadini in uno stato di emergenza sanitaria. E cinque chiavi per provare ad uscirne.
Il Rapporto, il Manifesto e le iniziative a difesa del SSN sono disponibili su www.cittadinanzattiva.it
Terminata l’emergenza pandemica, i cittadini si trovano a fare i conti più di prima con le conseguenze di scelte improvvide che durano da decenni: lunghissime liste di attesa, pronto soccorso allo stremo, medici di medicina generale assenti in molte aree non per nulla definite “deserti sanitari”. Il ricorso alla spesa privata aumenta ed è incompatibile con un sistema universalistico, oltre a essere possibile solo se le condizioni economiche dei singoli lo permettono. Per molte cittadine e molti cittadini l’attesa si è trasformata in rinuncia.
Sono le tante urgenze sanità che Cittadinanzattiva fotografa nel Rapporto civico sulla salute 2023, presentato oggi a Roma presso il Ministero della Salute. Quest’anno il Rapporto viene diffuso all’interno di una giornata più generale dal titolo appunto “Urgenza sanità”, un primo momento pubblico della mobilitazione permanente promossa da Cittadinanzattiva a difesa del Servizio Sanitario Nazionale. Dopo la presentazione del Rapporto, dalle ore 14 gli attivisti dell’organizzazione provenienti da numerose regioni scenderanno in piazza davanti al Ministero per manifestare le urgenze sanitarie dei loro territori. Altre iniziative si svolgeranno a livello locale anche nei prossimi giorni.
Tre i momenti: la presentazione del Rapporto civico sulla salute, un presidio a difesa del SSN, un confronto tra cittadini e partiti politici sul futuro della sanità pubblica.
Si parte la mattina con la presentazione del Rapporto civico sulla salute 2023, che si terrà dalle 9.30 alle 12.30, presso il Ministero della Salute - Auditorium “Cosimo Piccinno” - Via Lungotevere Ripa 1, Roma. Il Rapporto si presenta, per il secondo anno consecutivo, in una nuova veste e fornisce una fotografia della sanità vista dai cittadini, unendo due analisi: una afferente alle segnalazioni giunte, nel corso del 2022, al servizio PiT Salute e alle 330 sezioni territoriali del Tribunale per i diritti del malato; l’altra finalizzata ad esaminare, da un punto di vista civico, il federalismo sanitario con l’intento di coglierne la complessità, l’articolazione organizzativa, la capacità di amministrare e fornire risposte in termini di servizi e assistenza sanitaria ai cittadini. Durante l’evento verranno analizzate in particolare le seguenti macroaree: prevenzione, accesso alle cure, desertificazione sanitaria con specifico riferimento al personale sanitario, PNRR e assistenza territoriale.
A seguire, dalle ore 14 in Piazza Castellani, antistante il Ministero della Salute, gli attivisti di Cittadinanzattiva arriveranno da diverse regioni per portare la voce e le difficoltà dei cittadini nell’accesso ai servizi sanitari nei loro territori.
Dalle 15:30 alle 17:30 ci sposteremo presso il Teatro Trastevere, Via Jacopa de' Settesoli, 3, per un confronto tra cittadini e partiti politici sul futuro della sanità pubblica, a partire dai dati e dalle proposte evidenziate dal Rapporto civico.
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Dieci punti chiave e quarantasette azioni concrete per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure in ospedale, attraverso impegni che coinvolgono reciprocamente le aziende socio-sanitarie, i cittadini e le istituzioni.
È questo l’obiettivo della Carta della qualità e della sicurezza delle cure, promossa da Cittadinanzattiva da oggi online in occasione della Giornata Mondiale del lavaggio delle mani, e realizzata con il contributo di rappresentanti delle istituzioni, dei professionisti sanitari, delle società scientifiche, delle associazioni di pazienti. Il grande tema che ha ispirato il lavoro della Carta è relativo al rischio infettivo correlato all’assistenza sanitaria e alla diffusione dell’antimicrobico resistenza, due fenomeni che, per numeri e conseguenze, possono avere un impatto grave sulla salute dei cittadini e sulla sostenibilità anche economica dei servizi sanitari. Secondo l’ultimo rapporto dell’OMS ‘Global report on infection prevention and control’, ogni 100 pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere, ben 7 nei Paesi ad alto reddito e 15 in quelli a basso e medio reddito contraggono un’infezione. Uno su dieci va incontro al decesso. Il 70% di questi, dice l’Oms, potrebbe essere evitato attraverso una maggiore prevenzione, formazione del personale per l’implementazione dei protocolli di sicurezza e una migliore igiene negli ambienti ospedalieri.
Giunta alla diciassettesima edizione, la Giornata europea dei diritti del malato si celebra oggi con una conferenza presso il Parlamento europeo a Bruxelles, dalle ore 15 alle ore 17, promossa da Active Citizenship Network, la rete europea di Cittadinanzattiva. Al centro dell’evento la sfida relativa alle terapie avanzate (ATMPs, Advanced Therapy Medicinal Products), un tema correlato a diversi diritti dei pazienti - accesso alle cure, al trattamento personalizzato, all'innovazione e all'informazione - proclamati dalla Carta Europea dei Diritti del Malato. L’evento è ospitato dall’europarlamentare Brando Benifei (S&D) e organizzato con il supporto degli europarlamentari aderenti ai Gruppi di interesse "Diritti dei pazienti europei e assistenza sanitaria transfrontaliera" e “MEP Transform”. Durante la Giornata saranno presentati contributi dalle istituzioni dell'UE, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dai gruppi di difesa dei pazienti di diversi paesi, da esperti indipendenti e da diversi operatori nel campo delle terapie avanzate, o ATMP (Advanced Therapy Medicinal Products).
Lo sviluppo delle terapie avanzate presenta nuove opportunità per il trattamento e la prevenzione di una varietà di patologie (le malattie geniche, quelle oncologiche e le malattie a lunga prognosi) o per ristabilire, correggere o modificare funzioni fisiologiche compromesse negli esseri umani, anche con la correzione di mutazioni acquisite su base genetica. La rilevanza di queste terapie innovative le pone al centro della discussione sulla salute e le scelte di politica sanitaria del futuro e sostenibilità del servizio sanitario.
Azione di #SicuriPerDavvero sotto la Presidenza del Consiglio durante incontro con Gabinetto di Musumeci, Ministro con Delega alla Protezione Civile
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Oggi, dopo numerose richieste di incontro e iniziative di pressione sul Governo Meloni, finalmente due rappresentanti della campagna #Sicuriperdavvero sono stati ricevuti dal Capo di Gabinetto per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Riccardo Rigillo. Durante l’incontro attivisti della campagna si sono riuniti sotto gli uffici a Largo Chigi per un’azione simbolica, con uno striscione di 9 metri, per chiedere in maniera ancora più decisa la necessità che l’Italia abbia una Legge sulle Ricostruzioni e che le comunità dei territori colpiti e a rischio siano ascoltate e coinvolte nella definizione della Legge perché “Senza persone è un disastro”.
“Finalmente si è raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni. Un risultato che attendevamo da anni e per il quale ci siamo battuti, insieme a tante organizzazioni di cittadini e di pazienti, per garantire l’entrata in vigore dei Lea del 2017, e gli ulteriori aggiornamenti previsti, e il diritto ad un accesso equo alle prestazioni sanitarie ai cittadini di ogni Regione”. A dichiararlo Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva che proprio sei giorni fa aveva inviato una diffida formale rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri nonché Presidente della Conferenza permanente Stato-Regioni e a tutti i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, affinché venisse convocata la Conferenza Stato-Regioni per l’intesa sul Decreto Tariffe.
“Tuttavia appare evidente, anche dal documento sottoscritto dalle Regioni a suggello dell’Intesa, che l’impegno per garantire i Lea in modo uniforme su tutto il territorio nazionale non è certo terminato: crediamo che le Regioni, oltre a richiedere giustamente che sia effettuato un monitoraggio per valutare l’impatto economico-finanziario che il Decreto avrà sui conti regionali, debbano impegnarsi a loro volta ad assicurare un monitoraggio permanente dell’adempienza sui Livelli essenziali di assistenza, e che le istituzioni tutte debbano essere consapevoli che l’aggiornamento degli stessi va reso una misura dinamica e costante e non un provvedimento “una tantum”.
Sul podio quattro scuole di Giardini Naxos, Genova, Biella e Arzignano. Rafforzare educazione civica e PCTO con il coinvolgimento degli studenti. E su salute e prevenzione le scuole siano al centro di programmi di informazione
Promuovono la sicurezza a scuola e sul territorio, l’educazione al benessere, la sostenibilità, la lotta alla violenza di genere, l’educazione alla legalità, la solidarietà. E lo fanno con strumenti innovati e digitali, spesso all’interno delle ore di educazione civica o nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Sono gli studenti protagonisti delle quattro scuole vincitrici e delle cinque menzionate per la diciassettesima edizione del Premio Buone Pratiche “Vito Scafidi” promosso da Cittadinanzattiva e consegnato oggi a Roma presso il Centro Europa Experience “David Sassoli”. A questa edizione hanno concorso 90 progetti pervenuti dalle scuole di tutte le regioni ad eccezione di Trentino Alto Adige, Abruzzo, Sardegna, complessivamente alle 17 annualità del Premio hanno partecipato 2.471 progetti.
A salire sul podio dei vincitori l’Istituto comprensivo Giardini di Giardini Naxos (ME), l’Istituto tecnico “Vittorio Emanuele II – Ruffini” di Genova, l’Istituto superiore “Eugenio Bona” di Biella, il Comprensivo S1 di Arzignano (VI). Fra i menzionati il Liceo Scientifico “M. Guerrisi” di Cittanova (RC) l’Istituto d’Istruzione Superiore “Lorenzo Lotto” di Trescore Balneario (BG), il Liceo Scientifico “Niccolò Copernico” di Udine, l’Istituto d’Istruzione Superiore “Laeng – Meucci” di Castelfidardo (AN), la Scuola secondaria di I Grado “Due giugno” di La Spezia.
Torna il Premio delle Buone Pratiche di Sicurezza e Salute a scuola “Vito Scafidi”, promosso da Cittadinanzattiva e giunto quest'anno alla sua diciassettesima edizione: studenti, insegnanti, rappresentanti istituzionali e civici racconteranno le esperienze e i progetti innovativi realizzati dalle scuole sui temi del Premio: la sicurezza a scuola e sul territorio, l’educazione al benessere, l’educazione alla cittadinanza attiva, ai quali si aggiunge, per la prima volta, l’ambito della sostenibilità e della lotta al cambiamento climatico (con una raccolta di video messaggi, attività, progetti dei ragazzi rivolti al mondo degli adulti e/o ai propri coetanei affinché ci si mobiliti a tutti i livelli).
La cerimonia di premiazione si terrà giorno 19 aprile dalle ore 10:00 alle 11:30 presso il Centro Europa Experience “David Sassoli”, in piazza Venezia 11, a Roma.
Cittadinanzattiva - insieme a Famiglie Sma, AISF (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica) Odv, UILDM, L’Altra Cicogna onlus, Hera onlus, associazioni che rappresentano alcune categorie di pazienti maggiormente danneggiate dal mancato aggiornamento dei Lea - hanno inviato oggi una formale diffida rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministeri nonché Presidente della Conferenza permanente Stato-Regioni e a tutti i Presidenti di Regione e delle Province autonome, affinché sia convocata al massimo entro sette giorni la Conferenza Stato Regioni con all’ordine del giorno la discussione del Decreto Tariffe e sia raggiunta immediatamente l’Intesa. Dal mancato raggiungimento dell’Intesa dipende infatti la mancata entrata in vigore dei Lea del 2017 e del loro successivo, e già previsto, aggiornamento: si tratta di una situazione “in palese contrasto con la tutela della salute, quale diritto individuale e interesse della collettività (art. 32 Cost.)”, come recita la diffida, “e manifesta il venir meno all’obbligo di tutela della salute da parte dello Stato/Regioni e dunque del servizio sanitario nazionale, nonché finanche il non rispetto della dignità e della qualità della vita delle persone”.
Comincia proprio dai Livelli essenziali di assistenza, con un atto ormai necessario e non più prorogabile dopo tante richieste delle associazioni dei pazienti e dei cittadini rimaste senza risposta, la mobilitazione permanente di Cittadinanzattiva a difesa del Servizio sanitario, della salute dei cittadini e della esigibilità dei diritti in una stagione che, a tutti gli effetti, ha il carattere dello stato di emergenza sanitaria.
“Un quadro allarmante, che deve servire a riportare l’attenzione su un tema, quello della sicurezza degli ambienti ospedalieri, sul quale abbiamo riscontrato minore attenzione in questi anni in cui siamo stati tutti, per ovvie ragioni, concentrati sulle emergenze legate alla pandemia e a tutti i principali mali della sanità, come liste di attesa e carenza di personale ”, così Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva commenta l’operazione dei Nas nelle mense sanitarie di varie zone d’Italia, con la quale sono state rilevate irregolarità in ben un terzo delle strutture (340 su 992 ispezionate) e che ha portato alla chiusura di 7 punti cucina.
Dai dati di Cittadinanzattiva riferibili al 2022, contenuti all’interno del Rapporto civico sulla salute che sarà presentato il prossimo 11 maggio, l’ampio tema della sicurezza delle cure raccoglie circa l’8% delle segnalazioni dei cittadini, e di queste oltre il 16% fa riferimento alle scarse condizioni igienico sanitarie dei locali ospedalieri.
L’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE-Italia), Medicina Democratica, Cittadinanzattiva, l’associazione Slow Medicine e l’Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI) hanno promosso una presa di posizione pubblica sulla paventata ipotesi di regionalismo differenziato. Attualmente il decreto legge Autonomia, del leghista Roberto Calderoli, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie nel governo Meloni, mira a rendere operativa questa possibilità.
Nel documento redatto dalle associazioni vengono messe in luce tutte le criticità che comporterebbero ulteriori forme e condizioni particolare di autonomia delle regioni, riguardanti ben 24 materie che sono state riconosciute di potestà legislativa concorrente con lo Stato, tra le quali spiccano la tutela e sicurezza sul lavoro, l’istruzione, la produzione il trasporto e la distribuzione dell’energia e, ancora, la tutela della salute e il governo del territorio.
In particolare, la mancata omogeneità di intervento sui determinanti ambientali di salute su tutto il territorio nazionale porterebbe all’ esasperazione del divario economico tra regioni. In quelle a minor reddito, comprometterebbe la prevenzione primaria nello sviluppo di patologie ambiente correlate, con l’inevitabile ripercussione di una maggiore incidenza di tali malattie.
“Le associazioni – si legge nel documento - sono fortemente contrarie al regionalismo differenziato sia per le ricadute sanitarie che per quelle ambientali e ritengono che questo sancirebbe la secessione delle regioni ricche determinando, nei fatti, la frantumazione dello stato unitario”.
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“La situazione ancora incerta dei mercati energetici e l’inflazione superiore al 9% avrebbero richiesto il mantenimento dell’azzeramento degli oneri di sistema anche per le bollette dell’energia elettrica. Nonostante la riduzione registrata nel primo trimestre dell’anno e quella che si attende per il prossimo trimestre, siamo ancora in una situazione di prezzo dell’energia elettrica 4 volte superiore a quello di due anni fa e con il ripristino degli oneri le bollette per le famiglie saranno da capogiro”.
Così commentano le associazioni (Adiconsum, Adoc, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Movimento Consumatori, Udicon) il Decreto bollette appena varato e chiedono che siano accolte le proposte da loro avanzate in occasione della Giornata mondiale dei consumatori. Fra queste quella di avviare un percorso di revisione degli oneri di sistema, prevedendo lo spostamento dalla bolletta alla fiscalità generale di quelli non strettamente connessi alla fornitura di energia, sia per questioni di equità contributiva sia per incrementare la trasparenza delle bollette stesse. Così come la richiesta relativa alla necessità di rivedere il meccanismo di determinazione dei prezzi finali dell’energia mediante l’introduzione di criteri di calcolo coerenti con i costi effettivi di produzione delle diverse fonti di energia.
“L’affossamento della proposta di legge sulla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, determinata dalla presentazione in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati di proposte emendative assolutamente irricevibili, ci lascia estremamente amareggiati. Seppure la scelta dei proponenti di ritirare l’intero provvedimento sia frutto di una decisione condivisibile ed inevitabile, è un epilogo inatteso ed inaccettabile che arresta un percorso, portato avanti negli anni, di positiva collaborazione tra Parlamento ed organizzazioni della società civile. Un percorso contrassegnato da una grande spinta e valenza civica, che non ha mai avuto bandiere”, così commenta Laura Liberto, coordinatrice nazionale Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva in merito al ritiro della proposta di legge d ’iniziativa dei Deputati Serracchiani, Costa, Di Biase, Casu, Furfaro. A.C. n. 103.
In seguito alla presentazione di emendamenti che fermano la proposta di legge in Commissione Giustizia della Camera, associazioni, garanti e singoli soggetti impegnati sul tema dei diritti in carcere chiedono di non tradire il lavoro svolto finora e di accelerare l’approvazione
Un appello rivolto al Presidente e ai componenti della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati per ripristinare lo spirito originario della proposta di legge d’iniziativa dei Deputati Serracchiani, Costa, Di Biase, Casu, Furfaro. A.C. n. 103 e liberare finalmente i bambini detenuti nelle carceri a seguito delle mamme.
Ad inviarlo oggi Cittadinanzattiva e A Roma Insieme – Leda Colombini, con la sottoscrizione di altre 12 organizzazioni civiche e di volontariato attive sul tema dei diritti dei detenuti, nonché di 4 Garanti dei diritti delle persone private della libertà e del Presidente della Conferenza dei Garanti Territoriali.
Il Parlamento ha approvato la Legge Delega per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Si tratta di un testo valido, che recepisce numerose proposte del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza. Adesso, però, comincia la parte più difficile: tradurlo in opportune risposte per gli anziani e le loro famiglie
È stato approvato ieri sera alla Camera, dopo il via libera al Senato lo scorso 8 marzo, il Disegno di Legge Delega in materia di politiche in favore delle persone anziane. Si tratta di un traguardo molto importante e fortemente voluto dalle moltissime organizzazioni del Patto che hanno lavorato in sinergia e assiduamente in questi ultimi due anni affinché, per prima cosa, la riforma dell’assistenza agli anziani venisse inserita nel PNRR e, successivamente, perché venissero accolte dalle istituzioni le proposte volte a delineare una buona riforma per i milioni di italiani coinvolti. Si tratta di un testo di legge molto importante che, dal punto di vista dei contenuti, presenta al suo interno numerose proposte del Patto e anche alcuni testi degli emendamenti inviati dalla coalizione sociale alla Commissione Affari Sociali del Senato.
Acqua sempre più cara: 487 euro la spesa media a famiglia nel 2022, in aumento in tutti i capoluoghi di provincia, ad eccezione di Forlì-Cesena. Oltre il 40% va dispersa. Ad Enna e Cosenza acqua razionata per tutto il 2021.
I nuovi dati del 18° Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva in occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo.
487€: questa la cifra spesa nel 2022 da una famiglia per la bolletta idrica, con un aumento del 5,5% rispetto al 2021. Aumenti in tutti i capoluoghi di provincia, ad eccezione di Forlì-Cesena che registra una piccola variazione all’ingiù dello 0,6%: l’incremento supera il 20% a Bolzano (+26,3%), Savona (+25,5%) e Trento (+21%); oltre il 10% in altri dodici capoluoghi, ossia Milano, Belluno, Sondrio, Como, Novara, Verbania, Chieti, Pescara, Pavia, Cremona, Catania, Messina.
Frosinone resta in testa alla classifica delle province più care con una spesa media annuale di 883€ (in aumento del 4,2% rispetto al 2021), mentre Isernia conquista la palma di capoluogo più economico con 174€.
Contribuire a definire delle linee guida per un accesso alle cure e ai farmaci più agile, efficiente ed efficace, partendo dalle soluzioni sperimentate durante la pandemia da Covid-19: questo l’obiettivo con cui Cittadinanzattiva, insieme ad associazioni di pazienti, medici, farmacisti e società scientifiche, sta mettendo a punto una Raccomandazione civica sull’accesso alle cure farmacologiche che sarà presentata in un evento pubblico a Roma il 30 maggio.
La Raccomandazione si cala in uno scenario nazionale e mondiale ancora oggi interessato dal Covid e tiene conto delle nuove opportunità terapeutiche e tecnologiche che la pandemia ha permesso di implementare nel sistema sanitario, puntando a semplificare e migliorare la qualità di vita dei pazienti, soprattutto i più fragili, e di chi li assiste. Il documento - assieme ad una indagine civica che fotografa anche l’accesso agli antivirali per la cura del SARS-CoV2/Covid-19 negli ultimi 12 mesi - è parte integrante del progetto “Verso un nuovo modello di accesso alle cure farmacologiche”, realizzato con il contributo non condizionante di Pfizer.
All'indagine hanno partecipato 6 Presidenti di Associazioni dei pazienti del CnAMC (AISC - ALICE - BPCO - EUROPA DONNA - RESPIRIAMO INSIEME - WALCE), 23 Presidenti di Federazioni e Società dei medici di medicina generale (FIMMG e SIMG), 46 Presidenti degli Ordini dei Farmacisti (FEDERFARMA e FOFI) e 46 Presidenti di società scientifiche (AIOM – CIPOMO - SIC - SID - SIP - IRS - SITI - CARD).
ENERGIA: ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI SCENDONO IN CAMPO PER PROMUOVERE LE COMUNITA’ ENERGETICHE RINNOVABILI, E PER LO STOP A CARO-PREZZI, CARO-MUTUI, CARO-ENERGIA. LANCIANO LA PROPOSTA DELLA CONSULTA DEI CONSUMATORI PRESSO IL CNEL E DA SUBITO 500 SPORTELLI IN TUTTA ITALIA PER CREARE UNA RETE E OFFRIRE ASSISTENZA AGLI UTENTI
In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nell’ambito dell’evento “Consumatori e Transizione Energetica”, si è ribadita la centralità della persona: il cittadino consumatore è soggetto imprescindibile di ogni scelta, protagonista con i suoi bisogni e le sue aspettative. Lo ha sottolineato il Ministro Adolfo Urso e confermato il Sottosegretario al Mimit Massimo Bitonci e il Presidente della X Commissione Gusmeroli, primo firmatario della proposta di legge di riforma costituzionale dei diritti dei consumatori. Apprezzando l’iniziativa, le Associazioni dei Consumatori hanno lanciato un invito a tutti i partiti di maggioranza e opposizione a sostenere la legge di riforma e ribadito la necessità di accelerare una riforma strutturale della rappresentanza e del CNCU, a quasi 25 anni dalla prima legge di disciplina dei diritti dei consumatori.
Con l’aumento dell’inflazione e, in particolare, con i rincari dei beni di largo consumo, oltre a quelli energetici e dei carburanti, è quanto mai urgente l’avvio in tempi brevi dei lavori della neonata Commissione Alert prezzi. Grande attenzione è stata chiesta dalle associazioni e, accolta dal Governo, al sostegno delle comunità energetiche rinnovabili (CER) per incentivare la transizione verso fonti di energia green e aiutare le famiglie ad abbattere la spesa per le bollette.
Dall’8 al 10 marzo Cittadinanzattiva sarà presente, con un suo stand espositivo collocato al Padiglione Spadolini - Piano Attico, all’interno della Fiera DIDACTA in corso negli stessi giorni presso la Fortezza Da Basso di Firenze.
“Tre giorni per presentare ad una vasta platea, istituzionale e professionale del mondo della scuola, il lavoro che da venti anni portiamo avanti, in particolare con la campagna ImparareSicuri, per la sicurezza strutturale degli edifici scolastici, per la promozione della cultura della sicurezza e del benessere degli studenti, per l’affermazione del valore della educazione civica”, spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva.
In occasione della Fiera di Firenze, Cittadinanzattiva lancia una survey rivolta a docenti e dirigenti di scuole di ogni ordine e grado e agli educatori di nidi per conoscere le condizioni in cui versano gli edifici scolastici dal punto di vista della sicurezza, dei rischi sismico e alluvione e di quali interventi sono ritenuti necessari per la diffusione di informazioni corrette e per l'adozione di comportamenti e procedure atti a prevenire e/o fronteggiare situazioni emergenziali. Saranno inoltri distribuiti guide e materiali di informazione sulle principali attività realizzate da Cittadinanzattiva nell’ambito della scuola, e con particolare riguardo al tema della salute degli adolescenti.
Il quadro che viene fuori dalla cosiddetta Griglia Lea prodotta dal Ministero della Salute, e che oggi la Fondazione Gimbe esamina puntualmente e rilancia nel suo Report, evidenzia una situazione di profonda disuguaglianza nell’accesso alle cure per i cittadini del nostro Paese: soltanto 11 Regioni adempienti, e di queste appena 8 in tutte e tre le aree dell’assistenza sanitaria, ossia la prevenzione, l’assistenza distrettuale o territoriale e quella ospedaliera.
I dati, come ricorda Gimbe, fanno riferimento al 2020 e, date anche le segnalazioni dei cittadini ai servizi di tutela ed informazione e agli sportelli sul territorio di Cittadinanzattiva, la situazione potrebbe essere ulteriormente peggiorata.
Il 5G è una tecnologia che apre a nuove prospettive e opportunità, soprattutto in termini di sviluppo e riduzione delle disuguaglianze, ma allo stesso tempo genera ancora alcune diffidenze e perplessità da parte dei cittadini che chiedono, quindi, informazioni corrette e autorevoli. È quanto emerge da un’indagine sul livello di conoscenza che gli italiani hanno della connessione 5G, realizzata dalle Associazioni dei consumatori (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Udicon) con il sostegno non condizionante di WINDTRE e presentata a Roma presso l’Associazione Civita.
Una tecnologia ancora poco diffusa, soprattutto tra gli anziani. Solo il 21,4% dei rispondenti utilizza al momento una connessione mobile 5G. Anche se non emergono differenze significative tra le classi di età, si nota un maggior utilizzo della connessione nei più giovani, nei soggetti con un titolo di studio più elevato e nei nuclei familiari che comprendono minori. La classe d’età che non appartiene alle generazioni dei “nativi digitali” (44-58) ha un approccio ambivalente verso la tecnologia. Da un lato, vuole acquisire familiarità con l’innovazione rappresentata dal 5G, dall'altro rimane prudente sulle conseguenze e gli ipotetici effetti dannosi che lo sviluppo di questa tecnologia potrebbe comportare per la salute. Il 54% di chi non utilizza il 5G dichiara di non avere ancora un cellulare idoneo, mentre il 18% non ne conosce i vantaggi o non è interessato a conoscerli, disinteresse maggiormente diffuso nelle aree del Nord Italia. Il 32,5% dei rispondenti che non usa ancora il 5G dichiara di non essere intenzionato a passare al nuovo sistema, mentre il 49,5% afferma che lo farà nel lungo periodo, con l'obiettivo di acquisire maggiori informazioni e verificare gli sviluppi futuri della tecnologia. Si evidenzia, infine, che il 44,6% di chi attualmente non utilizza il 5G non sa se tale tecnologia sia disponibile o meno nella propria città. In particolare, la percentuale più elevata di risposte negative è registrata al Sud (24%).
Alla luce dell’incidente accaduto nella scuola media Bellavista - in cui la porta del bagno è caduta addosso ad uno studente causando fortunatamente “solo” un trauma cranico – e in considerazione delle troppe tragedie mancate, Cittadinanzattiva lancia un campanello d’allarme sul tema della sicurezza degli istituti scolastici: nell’anno scolastico scorso l’organizzazione ha registrato 45 casi di crollo nelle scuole in tutta Italia e, soltanto in Sardegna, prima dell’episodio di ieri a Quartu S’Elena, si sono verificati il crollo dell’Aula Magna dell’Università di Cagliari (18 ottobre 2022) e le crepe nel pavimento di una classe della scuola primaria Anna Frank di Quartu, in orario di lezione il 3 novembre.
Su 1657 edifici scolatici totali in Sardegna (sono 40.293 in tutta Italia), l’82% non è provvisto della certificazione di agibilità (sul un totale del 57,9% in Italia), mentre il 70% non possiede certificazione per la prevenzione degli incendi (rispetto al 54,92% nazionale). Ancora, il 27% non ha un piano di evacuazione (16% è il totale nazionale) e il 23% (rispetto al 17% nazionale) non ha redatto un Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
STRUMENTI INADEGUATI - La BCE ha scelto di utilizzare il più classico degli strumenti ordinari per affrontare una situazione che, invece, ha caratteristiche del tutto straordinarie. Infatti, il ripetuto aumento del costo del denaro, promesso dalla governatrice centrale anche per il prossimo futuro, non incide significativamente sulle ragioni della crisi, che sono legate, anzitutto, alla rarefazione dell’offerta di beni primari ed energetici sui mercati internazionali e, quindi, alle gravissime tensioni geo-politiche connesse alla guerra in atto tra Russia e Ucraina, mentre non dipendono da un eccesso di domanda di beni di consumo che prema sulla formazione e sulla concatenazione dei loro prezzi nelle filiere produttive.
Perciò i cittadini oggi non si ritrovano in mano una quantità eccessiva di carta moneta da contenere innalzando il costo, se consideriamo le dimensioni enormi raggiunte dagli aumenti delle spese per i bisogni essenziali delle famiglie, che hanno già causato una forte erosione del loro potere d’acquisto, non temperata efficacemente dalle misure emergenziali finora adottate dal Governo: oggi i consumatori hanno in mano poco da spendere e spendono di conseguenza sempre meno. Uno su quattro di loro vive adesso l’angoscia di non poter soddisfare neppure il fabbisogno alimentare quotidiano e più della metà dichiara che sarebbe travolto dalla necessità di affrontare una spesa straordinaria anche di poche centinaia di euro.
Tre proposte per incentivare la sperimentazione: risorse ed edifici statali soprattutto per le grandi città, semplificare le procedure, puntare sul voto elettronico
Sono 155 i Comuni di Lombardia e Lazio che hanno spostato i seggi elettorali fuori dalle scuole in vista delle elezioni regionali di domenica e lunedì prossimi. Nel dettaglio si tratta di 147 comuni lombardi e di appena 8 comuni laziali, per lo più di piccole e medie dimensioni in entrambi i casi, ad eccezione di Bergamo. Sono questi i risultati della seconda indagine “STOP ai seggi elettorali nelle scuole” promossa dalla Scuola di Cittadinanzattiva che ha coinvolto i 1.905 Comuni delle due Regioni interessate dalle elezioni, a ciascuno dei quali è stata inviata una comunicazione tramite PEC. La richiesta mirava a conoscere se l’amministrazione comunale avesse valutato la possibilità o già messo in atto, in occasione della imminente tornata elettorale, di spostare i seggi elettorali dagli istituti scolastici presso altre sedi alternative, pubbliche o private, e cosa ciò avesse comportato in termini organizzativi e di investimenti economici. Complessivamente su 1.905 Comuni hanno risposto 371, il 19% del totale di questi, 155 (42%) hanno provveduto allo spostamento o lo faranno a breve.
Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno l’88% dei 61.562 seggi elettorali si trova all'interno di edifici scolastici. In particolare, il 75% circa dei fabbricati che ospitano uno o più seggi sono edifici destinati alla didattica ed il 35% di essi presenta barriere architettoniche all’accesso. I 155 Comuni si aggiungono ai 78 censiti da Cittadinanzattiva con la prima indagine, in occasione delle elezioni amministrative di giugno 2022.